Il caso del pandoro firmato Chiara Ferragni, prodotto dalla Balocco, prende una svolta inaspettata con il deposito di una relazione da parte della Guardia di Finanza presso la Procura di Milano.
L'attenzione dell'opinione pubblica è ora concentrata sulla possibile trasformazione dell'accusa da frode in commercio a truffa, un'ipotesi emersa grazie a una serie di mail rilevanti rinvenute negli uffici dell'Antitrust.
Le carte depositate dagli investigatori della Guardia di Finanza contengono annotazioni e saranno seguite da ulteriori allegati, tutti indirizzati al procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
L'informativa si concentra sul cosiddetto "pandoro-gate", una vicenda che ha già comportato una cospicua multa sia per l'imprenditrice Chiara Ferragni che per l'azienda di Cuneo responsabile del "Pink Christmas", il dolce natalizio coinvolto in pubblicità ingannevole riguardo a fini benefici.
La nuova prospettiva di un'ipotesi di truffa, derivante dalle comunicazioni analizzate, potrebbe gettare luce su dettagli finora sconosciuti.
La vicenda, inizialmente incentrata sulla presunta frode in commercio, sta assumendo contorni più complessi e richiede una valutazione attenta degli elementi emersi nelle mail acquisite.
Resta da vedere come questa svolta influirà sulle dinamiche legali e sulla percezione pubblica di un caso che ha già attirato l'attenzione per la sua risonanza mediatica.
@Redazione Sintony News