Sono più di 10 mila le persone attese nonostante il maltempo, al funerale di Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata nei pressi del lago di Barcis, in Friuli. La cerimonia si terrà nella basilica di Santa Giustina in Prato della Valle a Padova, a pochi chilometri da Vigonovo, il paese di origine della ragazza. Nel pomeriggio, poi, si terrà una cerimonia privata a Saonara, alle porte di Padova, dove verrà tumulata la salma di Giulia vicino a quella della madre scomparsa un anno fa.
Fuori dalla chiesa sono stati installati due maxi schermi per permettere alle tante persone che arriveranno a Padova di assistere alla messa, presieduta dal vescovo della città, monsignor Claudio Cipolla e concelebrata dal parroco di Vigonovo don Gabriele Pipinato e dal parroco di Torreglia don Franco Marin. I posti all'interno della basilica saranno 1.150, in una giornata in cui è stato proclamato il lutto cittadino e regionale. Le esequie saranno inoltre trasmesse in diretta televisiva dalla Rai.
In tanti hanno espresso il desiderio di parlare in chiesa per ricordare Cecchettin e il suo carattere, ma l'unica orazione sicura è quella del padre Gino, che ieri ha detto alla stampa di star “preparando un messaggio scritto. Non sono bravo con le parole, ma sto cercando di dire le cose al meglio. L'idea è quella di fare qualcosa e si partirà proprio dal giorno del funerale. Perché Giulia non sia morta invano. Ma che questo serva a salvare anche solo un'altra Giulia".
Giulia Cecchettin non aveva fatto ritorno a casa la sera dell'11 novembre, la stessa sera - secondo le ricostruzioni delle indagini - in cui sarebbe morta a causa delle coltellate infertele dall'ex fidanzato Filippo Turetta nell'area industriale di Fossò, a sei chilometri di distanza dall'abitazione della giovane. Turetta si era poi dato alla fuga che sarebbe terminata il 19 novembre con il suo arresto vicino a Lipsia, in Germania. Il giorno precedente, il cadavere di Cecchettin era stato ritrovato, dopo giorni di ricerche, in un canalone nei pressi del lago di Barcis.
Turetta potrebbe essere tra le migliaia di persone che assisteranno ai funerali di Giulia attraverso le dirette televisive. Rinchiuso dal 25 novembre nel carcere di Montorio (Verona), Filippo gode degli stessi diritti di tutti gli altri detenuti e dunque può leggere e guardare la tv. E' stato messo in cella con un altro detenuto, un uomo tra i 50 e 60 anni, che già in precedenza a Montorio si era segnalato per essersi preso cura dei reclusi più in difficoltà, dei 'primari' come vengono definiti nel gergo della reclusione quelli che arrivano per la prima volta in una cella. Una sorta di supervisore che, su richiesta della direzione di Montorio, ha accettato di stare in cella con Filippo, per seguirlo ed evitare gesti estremi da parte del giovane.
Redazione sintony.it