Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, è ormai in Italia da qualche giorno, detenuto nell'istituto penitenziario di Montorio (Verona).
Durante l’interrogatorio di garanzia Turetta avrebbe confessato in lacrime di aver ucciso Giulia Cecchettin e di essere poi scappato in Germania per sfuggire alla legge, confermando sostanzialmente quanto detto alla polizia tedesca al momento del suo ritrovamento.
Si è quindi avvalso della facoltà di non rispondere al gip Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni, decidendo di rilasciare solo delle dichiarazioni spontanee. Durante l’interrogatorio era presente anche il legale del ragazzo, Giovanni Caruso, che ha reso noto l’esito dell’incontro, iniziato alle 10 e durato solo 30 minuti.
Si era subito capito che il ragazzo, accusato di omicidio volontario, aggravato dalla relazione affettiva, e di sequestro di persona, non avesse risposto alle domande degli inquirenti. Anzi pare che abbia fatto praticamente scena muta, si pensa per guadagnare tempo. In questo modo il suo legale avrà modo di studiare gli atti dell’inchiesta, ottenuti solo lunedì.
Infatti le accuse per Turetta sono molto gravi perché pendono su di lui diverse aggravanti: lo stalking ossessivo che aveva fatto a Giulia nei mesi precedenti, la presunta premeditazione – visto che quella sera aveva portato con sé un cambio, sacchi neri, nastro, e aveva cercato modi per sopravvivere in montagna – e ancora l’aggravante dell’occultamento del cadavere, e poi le continue violenze psicologiche perpetrate su Giulia, che secondo il legale dei Cecchettin erano sintomo di un “molestatore assillante” e "fame di possesso”.
Il primo dicembre verrà effettuata l’autopsia sulla salma di Giulia Cecchettin e si vedrà se Turetta abbia infierito o meno sul corpo della giovane, eventualità che porterebbe sul piatto l’aggravante della crudeltà.
Nell’istituto penitenziario di Montorio, Filippo Turetta è stato collocato nel reparto di infermeria per effettuare le visite psicologiche e psichiatriche con l'equipe medica.
Ora si trova in una cella insieme a un altro detenuto, anche lui in carcere per un reato simile al suo, ma nei prossimi giorni sarà trasferito nella sezione "protetti" come tutela da probabili aggressioni che subirebbe stando a contatto con altri detenuti.
Inoltre, lunedì la difesa aveva dichiarato di non voler chiedere il riesame né misure cautelari meno afflittive e Turetta ha solo espresso la volontà di vedere i propri genitori.
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