Quei pantaloncini e quelle magliette bianche, le mitiche scarpe “Superga” non ci sono più. Come non ci sono più quelle racchette in legno accordate con budello naturali. Oggi farebbero “orrore” sui campi da tennis. Non si sente più quel suono sordo, ritmato dei lunghi scambi da fondocampo di Panatta, Bertolucci, Zugarelli e Barazzuti.
Anzi, di Adriano, Paolo, Tonino e Corrado, come li chiamava, per nome, il mitico “bisteccone Galeazzi” nelle sue epiche telecronache. Non c’è più neppure la vecchia formula della Davis, a eliminazione diretta “in casa” o “fuori casa”. Ma è rimasto intatto il gusto dolce della vittoria. Dicembre 1976, Santiago del Cile. Nell’altro mondo, quello di un Cile straziato dalla dittatura di Pinochet. Arriva l’Italia di Nicola Pietrangeli, piena (come sempre) di polemiche, ma con un unico obiettivo: portare a casa la “grande insalatiera” d’argento. E la portano a Roma.
Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli e Nicola Pietrangeli capitano non giocatore: è la squadra di Coppa Davis che negli anni Settanta ha trasformato la visione del tennis nell’opinione pubblica italiana da sport di élite a passione popolare. Portando, qualche anno più tardi, quei nomi sulla bocca di tutti gli italiani che li avrebbero snocciolati come un ritornello come per l’altra squadra azzurra per antonomasia, quella campione del mondo in Spagna: “Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea… e il CT Enzo Bearzot”. Ieri Jannik Sinner & C. hanno fatto il miracolo come Adriano, Paolo, Tonino e Corrado.
Quarantasette anni dopo, è lui, il 22enne altoatesino Jannik Sinner a guidare gli azzurri al ballo con l'insalatiera, come e' chiamata la coppa piu' ambita, la Davis. Lo fa battendo nella finale di Malaga l'Australia, vero e proprio tabù azzurro, grazie ai successi di Matteo Arnaldi e soprattutto di Jannik Sinner, il diamante azzurro, vero protagonista della final 8 andalusa, capace di portare per mano l'Italtennis al traguardo che mancava dal lontano 1976 quando a far sognare l'Italia furono Panatta-Barazzuti-Barazzutti-Zugarelli, con Pietrangeli capitano.
All'ottava finale di Coppa Davis (la quarta contro la bestia nera Australia, vincente nel 1960, 1961 e 1977), i ragazzi del capitano Filippo Volandri centrano l'impresa. L'ultimo tentativo era stato nel 1998 e l'Italia era uscita sconfitta dal confronto con la Svezia. A Malaga domina l'azzurro, e il secondo trionfo della storia arriva con due vittorie nei singolari. Protagonista anche Matteo Arnaldi che aveva perso all'esordio e invece ribalta Popyrin in tre set dopo essere andato in crisi nel secondo. Poi, la palla dello smash a Sinner, capace appena ieri di battere per la seconda volta il n.1 al mondo, Djokovic, e oggi preciso nello scrollarsi di dosso l'aggressivita' sottorete di De Minaur, che lo ha messo in difficolta' solo nei primi games. Finisce in due set, 6-3, 6-0: al terzo match point annullato dal rivale-amico australiano, Sinner fa esplodere l'esultanza della panchina azzurra, dove accanto al capitano Volandri e tutti i giocatori sedeva anche il grande assente, Matteo Berrettini. Il punteggio del secondo set dice che quando Sinner ha ingranato la marcia, non ce ne e' stato per nessuno.
Nella serata di Malaga, protagonista anche Matteo Arnaldi, che non delude e vince il primo, cruciale, singolare battendo Popyrin 7-5 2-6 6-4 dopo aver mancato tre set point prima di chiudere il primo set e salvato otto palle break nel terzo. Dopo i tre match point non sfruttati nel quarto di finale contro l'olandese Botic Van de Zandschulp nell'incontro che ha aperto la campagna azzurra a Malaga, Arnaldi torna in campo con la leggerezza pensosa che gli ha permesso di guadagnare 90 posizioni in classifica da inizio 2023. Insieme alla rapidità con cui riesce ad assorbire gli errori senza farsene condizionare, e a una personalità forte ma da incanalare per esaltarne gli effetti, è la sua qualità maggiore, più evidente, la dote chiave che ha fatto girare la partita.
Tutta la squadra azzurra, compreso il tifoso d'eccezione Matteo Berrettini, scatta in piedi. La palla passa a Sinner, che chiude il conto in un'ora e 21 minuti. Poi tutti gli azzurri abbracciati in campo, Volandri compreso, raccontano al pubblico la loro emozione. La festa della Davis comincia, ed e' azzurra. E in questo successo azzurro c’è un po’ di Sardegna con la grande passione e determinazione del presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, cagliaritano doc. La squadra sarà ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 21 dicembre.
Redazione sintony.it