E’ stato scarcerato Beniamino Zuncheddu, l'ex allevatore di 58 anni di Burcei, da 32 in carcere, condannato in via definitiva all'ergastolo per il triplice omicidio dell'8 gennaio del 1991, quando sulle montagne di Sinnai furono uccisi tre pastori e una quarta persona rimase gravemente ferita. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Roma: la notizia è stata diffusa dal suo avvocato Mauro Trogu che aveva presentato istanza per la libertà condizionale. Zuncheddu, che da sempre si proclama innocente, era attualmente in regime di semilibertà nel carcere di Uta: usciva per lavorare ma doveva ritornare in cella la sera.
“Sono molto contento di lasciare il carcere dopo quasi 33 anni che sono stati lunghissimi" ha detto Zuncheddu alla garante per i detenuti Irene Testa poco fuori dal carcere di Uta e dopo l'abbraccio con la sorella. Felice ma disorientato: "Non so cosa farò per prima cosa: ora sto pensando alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto". Le prossime udienze nel processo di revisione per Zuncheddu, davanti alla Corte d'Appello di Roma, si terranno il 30 novembre e il 12 e 19 dicembre. Dopo la scarcerazione, Zuncheddu è stato accolto nel suo paese da applausi e fuochi d'artificio.
L’ex allevatore di Burcei si era sempre proclamato innocente. Un errore giudiziario, dunque. Nel 2022 sono stati 547 i casi di ingiuste detenzioni ed errori giudiziari. In crescita anche la spesa per indennizzi e risarcimenti che nel 2022 ha superato i 37milioni. Dal 1991 al 2022 gli errori giudiziari hanno coinvolto ben 30mila persone in Italia. «Sicuramente è una bella notizia per l’intera comunità di Burcei e per i familiari che non si sono mai arresi , convinti della sua innocenza - dice la garante dei detenuti Irene Testa - ora stiamo andando a prenderlo in carcere e aspettiamo fiduciosi la sentenza che speriamo possa essere di assoluzione. Quello di oggi è un primo passo importante». Quella che era una sentenza di ’fine pena mai’ potrebbe essere ribaltata nel processo di revisione in corso a Roma. Ora per lui resta solo l’obbligo di dimora, in attesa della sentenza prevista per metà dicembre.
Redazione sintony.it