Succede il 12 novembre, a Roma, la storia di determinazione della 31enne Benedetta Piccioni, che soltanto un giorno dopo aver affrontato un parto anticipato, si è recata in facoltà per laurearsi. Piccioni si sarebbe dovuta laureare il 13 novembre in Ostetricia, e nel frattempo stava anche portando avanti la sua seconda gravidanza. La piccola Lavinia però doveva nascere il 26 novembre, quindi Piccioni pensava di poter fare tranquillamente entrambe le cose, con il giusto tempo.
Ma le cose non sono andate secondo i piani: Lavinia ha deciso di nascere due settimane prima dalla data del parto e così la sua mamma si è dovuta adattare.
Domenica 12 novembre, alle 5.30 del mattino ha partorito la piccola; poi solo il tempo di riposare un attimo, perché lunedì mattina alle 8.30 si sarebbe dovuta recare in facoltà per l’esame di abilitazione alla professione di ostetrica, e così ha fatto. Intorno a mezzogiorno ha discusso la tesi, laureandosi a pieni voti con 110 e lode. Dopo la laurea nessun festeggiamento e dritta in ospedale a riabbracciare la piccola.
Entrambe sono state dimesse il giorno dopo, e sono tornate a casa. La giovane, intervistata da Il Resto del Carlino, ha raccontato: “Non ho mai pensato di non farcela. Ero determinata a portare a termine entrambe le cose. Certo, se avessi avuto difficoltà particolari non sarei andata a laurearmi, non sono incosciente. Ma è filato tutto liscio", ha aggiunto.
“Rifarei tutto. Spero anzi che la mia storia faccia coraggio alle donne che magari sono impaurite dal portare avanti una gravidanza mentre studiano. Io non ho i superpoteri, ma ci sono riuscita” ha concluso.
Una storia che è andata nel migliore dei modi, e una mamma e bimba fiere del suo traguardo. Che sia stato possibile grazie alla volontà della donna, o anche con un piccolo aiuto in famiglia e un pizzico di fortuna, il gesto di Piccioni è sicuramente ammirevole, ma attenzione a non far sentire inadeguate tutte le persone che invece non riescono a ottenere simili traguardi.
Magari chi, pur non portando avanti una gravidanza, non ottiene il massimo dei voti, o chi sceglie di rinunciare allo studio per dedicarsi alla propria famiglia. Ogni storia è a sé, e questa in particolare deve essere sì motivo di orgoglio personale, ma non di paragone.
Tutt'al più una fonte di ispirazione per quelle persone, soprattutto donne, che portano avanti sia la propria famiglia e carriera.
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