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31 Agosto 2023

Lady D, la sua morte ancora avvolta nel mistero dopo 26 anni

Era il 31 agosto del 1997 quando la Mercedes nera con Diana e Dodi si schianto contro un pilone del tunnel dell’Alma a Parigi. Aveva 36 anni

 

Ventisei anni senza Lady D. Era il 31 agosto 1997 quando Diana e Dodi Al Fayed, il ricco magnate egiziano suo nuovo compagno dopo la separazione dall’allora principe Carlo d’Inghilterra, muoiono tragicamente nella loro macchina nera sbattuta contro un pilone del tunnel dell’Alma, a Parigi. Sono nella capitale francese per una fuga romantica. Alloggiano al Ritz, dove Henri Paul, responsabile della sicurezza, ex pilota e uomo di fiducia dei Fayed gli fa da chaperon.

 

Venti anni fa lo schianto sotto il tunnel del Pont de l'Alma che uccise  Diana e Dodi - photogallery - Rai News

 

Salgono tutti sulla limousine a noleggio diretti verso l'appartamento di Rue Arsène Houssaye. La loro auto, il loro corteo di sicurezza, è seguito da un esercito di fotografi in sella alle moto e in auto, Paul schiaccia il piede sull'acceleratore, sempre più forte, finché il futuro di Lady D si accartoccia contro il pilastro del tunnel dell'Alma. Dodi e Henri muoiono sul colpo, la principessa è ancora viva quando viene estratta dalle lamiere, la caricano sull'ambulanza, non farà in tempo ad arrivare in ospedale. Si chiude la vita straordinaria della principessa del popolo, si apre la storia della sua morte, tra ipotesi di complotto e macabri sospetti. Il romanzo rosa è diventato noir.

 

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Mentre i Windsor si trincerano dietro un regale e rispettoso riserbo, è Mohamed Al-Fayed, il padre di Dodi, ad avanzare i primi dubbi sull'incidente mortale in cui ha perso la vita il maggiore dei suoi figli. Secondo il dirigente d'azienda egiziano la coppia sarebbe stata eliminata volontariamente all'interno di un piano omicida ordito da Buckingam Palace per impedire che la principessa del Galles sposasse un uomo musulmano. Il progetto, portato avanti dai servizi segreti britannici. avrebbe visto coinvolti il principe consorte Filippo, Carlo e la stessa sorella di Diana, Lady Sarah McCorquodale e lo stesso Henri Paul, l'autista, esecutore materiale del piano. Nella teoria del complotto di Fayed, Paul sarebbe stato prezzolato dal MI6, il servizio di intelligence britannico. Accuse pesantissime che il magnate deve provare e per questo mette in campo un'indagine privata, parallela a quella degli inquirenti locali.

 

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Secondo le risultanze dell'indagine ufficiale lo schianto mortale sarebbe stato causato dalla guida spericolata dell'ex pilota Henri Paul. Il test alcolemico condotto dai francesi indica che l'uomo di fiducia dei Fayed si sarebbe messo al volante con un tasso di alcol nel sangue di 1,82 g/l, tre volte superiore al livello consentito. I genitori di Paul, Jean e Giselle, si oppongono con tutte le forze alla tesi che il figlio fosse ubriaco, ma il test dice il contrario, così i coniugi Paul chiedono un esame del DNA che confermi che il sangue esaminato apparteneva realmente a Henri.

 

Prince Harry says same paparazzi who chased Diana's car into Paris tunnel  took photos of her 'dying in back seat' | The Independent | The Independent

 

Gli inquirenti francesi mettono sotto inchiesta anche i paparazzi che seguivano l'auto, accusati di aver spinto Paul a una corsa folle, con il loro inseguimento. Ma nella dinamica dell'incidente c'è anche un altro veicolo, un'auto della quale gli investigatori non hanno alcuna notizia. Si tratta di una Fiat Uno bianca avvistata da alcuni testimoni e le cui tracce di vernice sono state rinvenute sulla carrozzeria della Mercedes che trasportava la coppia. Ci sono prove forensi che la Mercedes sia entrata in contatto con la Uno bianca. È stata la misteriosa auto a spingere la limousine contro il pilastro?

 

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Un altra circostanza cui il padre di Dodi si appella per sostenere l'ipotesi del complotto è il fatto che, secondo quanto afferma, la principessa sarebbe stata incinta e in procinto di annunciare con il compagno, il successivo primo settembre, l'intenzione di sposarsi. Il fatto che il futuro re del Commonwealth e capo della Chiesa di Inghilterra potesse avere un fratellastro musulmano sarebbe stato il principale movente del piano omicida. Sospetto, agli occhi di Fayed, fu il fatto che il corpo della principessa fosse stato imbalsamato due ore dopo la morte e senza che la legge francese prevedesse un obbligo del genere.

 

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Solo nel 2004 il governo britannico dispone un'inchiesta sulle teorie di cospirazione, chiamata Operazione Paget. I risultati dell'inchiesta sono stati sottoposti a una giuria due anni dopo. Tutte le prove addotte dall'indagine hanno dimostrato che Henri Paul non era un informatore per MI6, i test del DNA hanno confermato che il sangue esaminato apparteneva realmente a lui. Secondo l'inchiesta il fatto che l'autista avesse i riflessi rallentati dall'alcol, che guidasse sotto la pressione dei paparazzi inseguitori e che tutti i passeggeri non avessero le cinture, sarebbero le cause dell'esito mortale dello schianto. La giuria si pronuncia a favore di questa verità, mettendo fine per sempre a ogni teoria del complotto.

 

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Mohamed Al-Fayed non ha mai accettato il verdetto di omicidio colposo ed è rimasto convinto che suo figlio e la sua futura sposa siano stati uccisi dai Servizi segreti britannici per impedire la nascita di un ramo musulmano della famiglia reale. William e Hanry, i due figli della principessa Diana, hanno invece accettato la sentenza e hanno recentemente ricordato con emozione la madre nel documentario della BBC, Seven Days. Nonostante tutto continuano a dilagare teorie cospirazioniste anche tra gli analisti politici della vita della principessa, frutto in parte dei tanti interrogativi che ci ha lasciato la ‘quasi regina': Diana, la donna che bruciava la vita.

Redazione sintony.it