Scrittrice, femminista, antifascista, blogger, drammaturga, opinionista. Era questo e tanto altro Michela Murgia, deceduta il 10 agosto all’età di 51 anni.

Era malata da tempo, ma solo nei mesi scorsi aveva rivelato di essere affetta da un carcinoma renale al quarto stadio che non le avrebbe lasciato scampo. E così è stato. Raccontava la sua malattia periodicamente attraverso i social. Il suo ultimo libro “Tre ciotole” racconta proprio il tema della sopravvivenza emotiva ( presentato anche al Salone del libro di Torino). 

Classe 1972, nata a Cabras, prima di arrivare a diventare una scrittrice è stata un’insegnante di religione e una dirigente di una centrale termoelettrica. 

Il suo successo arriva indubbiamente nel 2009 con “Accabadora” che ha vinto il premio Dessì, il Super Mondello e il premio Campiello. 

Una volta scoperta la gravità delle sue condizioni di salute, Michela Murgia ha deciso di far conoscere la sua “famiglia queer”, ossia il gruppo di persone, amici e “figli d’anima”, che rappresenta il circolo dei suoi affetti più cari e con cui ha scelto di condividere la vita nella nuova casa alle porte di Roma. Proprio a Roma si è sposata con rito civile “in articulo mortis” con Lorenzo Terenzi, (attore, regista, autore e musicista, conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui lei era la protagonista e lui lavorava alla regia).

L’annuncio è arrivato lo scorso 15 luglio con un post sui social e un video in cui chiedeva esplicitamente di non volere gli auguri “ l’unico modo per garantirci i diritti a vicenda” e definiva il matrimonio civile “uno strumento patriarcale e limitato” aggiungendo che “il rito che avremmo voluto ancora non esiste. Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere". 

La festa è stata celebrata il 22 aprile scorso nel suo giardino: tutti i suoi amici erano vestiti di bianco con abiti firmati da Maria Grazia Chiuri, sua amica e direttore creativo di Dior.

@Monica Magro