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30 Giugno 2023

Strage di Erba, Il movente andrebbe ricercato in una partita di droga scomparsa

A rivelare il contenuto di una telefonata è stata l’avvocato di Olindo e Rosa al podcast “Il grande abbaglio”

 

Il 29 dicembre 2008 uno dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi (nella foto in alto prima dell'arresto, 17 anni fa), l'avvocato Luisa Bordeaux, ricevette una telefonata prima a casa e successivamente nel suo ufficio, in cui un uomo con l'accento del sud, presentatosi come 'Morabito', sosteneva che i due coniugi, appena condannati a Como, fossero innocenti. E che, per contro, il movente della strage andava ricercato in una partita di droga scomparsa del valore di 400 mila euro". A divulgare per la prima volta l'esistenza della telefonata è proprio l'avvocato Bordeaux, nel terzo episodio del podcast "Il grande abbaglio", dei giornalisti Felice Manti e Edoardo Montolli, autori dell'omonimo libro inchiesta sulla strage di Erba del 2006.

 

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"Non abbiamo mai rivelato prima l'esistenza di questa telefonata - spiega nel podcast Fabio Schembri, altro storico legale di Olindo e Rosa - perchè nel 2008 nulla si sapeva della criminalità organizzata a Erba, scoperta dall'indagine Crimine-Infinito della Procura di Milano solo nel 2010, quando emerse l'esistenza di una locale di 'ndrangheta dedita al traffico internazionale degli stupefacenti".

 

La strage fu compiuta dai coniugi Olindo Romano (classe 1962) e Angela Rosa Bazzi (classe 1963), che uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento. La strage avvenne nell'abitazione di Raffaella Castagna, in una corte ristrutturata nel centro della cittadina nel Comasco. L'appartamento fu dato alle fiamme subito dopo l'esecuzione del delitto.

 

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Dopo l'ipotesi di riapertura del caso, per la quale secondo il pg di Milano Olindo e Rosa sono innocenti, è arrivata la reazione dei fratelli Pietro e Beppe Castagna, che hanno perso madre, sorella e nipotino. I due, che avevano deciso di non parlare più del caso, di fronte ai nuovi sviluppi avevano deciso di tornare a indicare quella che per loro è l'unica verità. "Speravo fosse finita ma ci risiamo, purtroppo la superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole", hanno commentato sui social. E accusano: "Chi sfrutta questa debolezza di molti solo per fare audience o per crearsi carriere o visibilità, è un vigliacco".

Redazione sintony.it