La Corte d’Appello di Catania ha condannato i giornalisti Vittorio Feltri e Pietro Senaldi a risarcire rispettivamente con 11 e 5mila euro l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che nel 2017 li aveva denunciati per diffamazione. La causa riguardava un titolo di prima pagina di Libero, di cui Feltri era direttore insieme a Senaldi, in cui Raggi era stata definita «patata bollente». La Corte d’Appello di Catania ha confermato la sentenza di primo grado del 2021. Raggi ha commentato la sentenza con un post sul suo profilo Facebook in cui ha definito la sentenza «una vittoria» non soltanto sua ma «di ogni donna».
L’articolo di Feltri era stato pubblicato il 10 febbraio del 2017, nel periodo in cui la Raggi era indagata dalla procura di Roma per presunte irregolarità in alcune nomine della sua amministrazione. Tra queste c’era quella di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria: Raggi era accusata di averlo nominato in modo arbitrario, con uno stipendio molto maggiore di quello che aveva in precedenza, e in quel periodo diversi giornali avevano insinuato che le presunte irregolarità fossero motivate da un qualche rapporto sentimentale tra i due. L’inchiesta su Romeo era stata poi archiviata.
"Non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna", ha scritto la Raggi su Fb commentando la condanna anche in appello a Feltri e Senaldi aggiungendo che quell'articolo era “un coacervo di falsità, condite da luoghi comuni, pregiudizi, offese gratuite, sessiste, maschiliste e squallide”. "Sono passati più di 6 anni. Probabilmente, era uno dei momenti più duri: ogni giorno un attacco, un'accusa infondata, un tentativo di spallata e colpi bassi da chi diceva di essere amico - ha scritto l’ex sindaca di Roma su Facebook -. Sembrava che tutto fosse lecito. Si poteva scrivere qualsiasi cosa sul mio conto, senza avere alcun riscontro".
Il giorno in cui è uscito l'articolo però per Raggi "si è passato il limite. Libero titolava 'Patata bollente' e pubblicava un articolo con evidenti allusioni sessuali. Era il 10 febbraio 2017. Ho denunciato per diffamazione aggravata Vittorio Feltri, autore del pezzo, e Pietro Senaldi, direttore responsabile e ben due gradi di giudizio mi hanno dato ragione", ha concluso Virginia Raggi.
Redazione sintony.it