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1 Maggio 2023

1 Maggio, è Festa per chi il lavoro ce l’ha. Dramma in Sardegna: ci sono 74mila disoccupati

Nell’Isola numeri impietosi: in due anni aumento dell’occupazione di sole 3mila unità, i piccoli centri si spopolano e l’unica soluzione è l’emigrazione
I lavoratori della fonderia di San Gavino (Ph. R. Uccheddu)

I numeri sono impietosi: se in Sardegna, secondo i dati Istat, la disoccupazione scende del 16%, passando da 88mila a 74mila disoccupati dal 2021 al 31 dicembre 2022, i numeri sono sempre spaventosi, considerato il totale degli abitanti nell’isola, poco più di un milione e mezzo. Leggendo i dati sull’occupazione il saldo è  leggermente positivo: dal 2021 al 2022 gli occupati sono aumentati di 3.000 unità, passando da 563.000 a 566.000, con una variazione del +0,5%. Insomma, non c’è da stare allegri.

 

 

E oggi, primo maggio, Festa del Lavoro, festeggiano in pochi. “Il lavoro è dignità, libertà, fonte di accrescimento culturale, economico e sociale. Il lavoro rappresenta la dimensione fondamentale per la vita di ogni uomo e di ogni donna, un diritto sacrosanto che abbiamo il dovere di difendere per costruire una società migliore, inclusiva e giusta. Oggi il mio pensiero va a in modo particolare ai lavoratori di Portovesme e San Gavino che la multinazionale Glencore sta condannando ad una stagione drammatica di incertezza”, afferma il Presidente della Regione, Christian Solinas, in occasione della Festa nazionale del Lavoro.

 

Rivolgendo un pensiero ai giovani, il Presidente ha evidenziato come “la Sardegna abbia bisogno dell’intraprendenza e dell’entusiasmo delle nuove generazioni, che si affacciano con spirito genuino e positivo al mercato del lavoro. La lotta allo spopolamento - ha proseguito il Presidente -  consiste anche nel creare nuove opportunità in grado di lenire la piaga dell’esodo giovanile per lasciare nella nostra terra capitale umano, ricchezza, saperi. Oggi abbiamo il dovere di pensare a chi il lavoro non lo ha, a chi lo ha perso e fatica a ritrovarlo, a chi lo cerca per la prima volta e a chi, per i motivi più disparati, non riesce a costruire una propria identità lavorativa”.  Ecco allora che il Primo maggio, prosegue il Presidente “deve essere per tutti motivo di riflessione e occasione per tenere a mente i principi fondanti scritti nella Costituzione ed evidenziare il valore del lavoro e il diritto per ogni cittadino di svolgere un’attività in libertà, dignità e sicurezza”, ha concluso il Presidente.

 

Cagliari, il 4 dicembre manifestazione regionale Cgil Cisl e Uil -  Collettiva

 

Di diverso avviso la Cgil Sardegna con il suo segretario, Fausto Durante. “I numeri del mercato del lavoro in Sardegna non inducono all’ottimismo in questo Primo Maggio che rappresenta un’occasione per rilanciare la nostra mobilitazione verso il governo nazionale e la giunta regionale, le cui responsabilità nella mancata gestione delle emergenze e nell’adottare le misure necessarie per le possibili soluzioni sono evidenti”, afferma il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante che oggi sarà a San Gavino per partecipare all’iniziativa organizzata nel piazzale della fonderia della Portovesme srl. La Cgil sarà inoltre impegnata, insieme alle altre organizzazioni e associazioni a Nuoro, a partire dalle 18 in piazza Italia e poi tutto il giorno a Olbia, per il Primo Maggio al parco Fausto Noce.

 

Manifestazione Festa lavoratori 1 maggio 2022 Milano



Secondo i dati analizzati dal Centro studi della Cgil regionale, il tasso di occupazione nell’Isola è al 54,9%, un dato più basso della media nazionale e molto lontano dagli standard europei, mentre la disoccupazione è all’11,8%, quasi quattro punti sopra la media nazionale, con un livello di partecipazione attiva alla forza lavoro per nulla soddisfacente per i giovani e le donne. Allo stesso tempo, non sembra diminuire la diffusione di lavori con contratti a tempo, dato confermato dal fatto che l’87% dei rapporti di lavoro attivati nel 2022 riguarda contratti a tempo determinato o a carattere stagionale.



Tutto ciò si inserisce nel più generale contesto che vede l’Isola alle prese con le irrisolte questioni delle crisi industriali e delle tante vertenze aziendali aperte, del disastro della sanità pubblica umiliata da anni di tagli alla spesa e al personale che hanno portato al sostanziale diniego del diritto alla salute per tanti cittadini, dell’arretratezza delle infrastrutture e del sistema delle reti, della crisi nella gestione della continuità territoriale e della mobilità interna, per fermarsi solo alle emergenze più evidenti.

 

LAVORATORE AUTONOMO: CHI È E COSA PUÒ FARE IN CANTIERE


“Una situazione che non deve impedirci di guardare al Primo Maggio, con animo privo di fiducia: siamo convinti, infatti, che il movimento dei lavoratori in Sardegna continui ad avere sia la capacità di indicare un radicale cambiamento di prospettiva che la forza per metterlo concretamente in pratica, impegnandosi in un confronto aperto o nel conflitto, se e quando necessario”, afferma Durante.
 

C’è anche chi lavora il 1° Maggio, ma i sindacati non sono contenti. Oggi, riferisce La Nuova Sardegna, non sarà una giornata di riposo in Sardegna per la stragrande maggioranza degli addetti dei negozi di generi alimentari, ma tra gli scaffali e dietro le casse ci saranno anche molti commessi di negozi di abbigliamento, calzature e oggettistica. Oltre ai bar e ai ristoranti che soprattutto nelle località turistiche approfitteranno dell’aumento di visitatori, loro sì liberi da impegni lavorativi. Qualche anno fa, quando era stata annunciata l’apertura di molte attività commerciali il Primo Maggio, in Sardegna era scoppiata una polemica vivacissima – prosegue il quotidiano sassarese - Poi la questione è finita nel dimenticatoio e, come già successo nel 2022, quest’anno ognuno farà quello che vuole.

 

Quanto guadagnano i dipendenti di un supermercato nei vari ruoli e mansioni  nel 2023. | BusinessOnLine.it


Il risultato – spiega La Nuova - è che nell’isola oltre il 70% dei negozi appartenenti alla media e grande distribuzione oggi solleveranno le serrande, la percentuale arriverà sino al 75-80% nel settore alimentare e scenderà leggermente nel no food. Nei centri commerciali i supermercati saranno aperti (a parte pochissime eccezioni), qualche attività extralimentare invece osserverà la chiusura. Tra i lavoratori il malumore è notevole, considerato che la maggior parte di loro ha timbrato il cartellino anche il 25 Aprile, altra giornata di festa segnata in rosso nel calendario in cui la corsa all’acquisto non si ferma. Anzi, c’è chi si dà allo shopping sfrenato, come dimostrano i carrelli pieni e i parcheggi invasi dalle auto fotografati un anno fa a Sassari e Cagliari.

“Gli imprenditori aprono perché sanno che conviene, i commessi non resteranno a braccia conserte. La gente va al supermercato anche nei giorni di festa, come ogni domenica, sempre, in ogni momento – spiega a La Nuova Sardegna Cristiano Ardau, segretario regionale Uil Tucs –. Purtroppo le aperture il Primo Maggio sono la cartina di tornasole di un settore ormai alla deriva e privo di etica. L’eccessivo consumismo porta i negozi aperti anche il giorno della Festa del lavoro, senza più alcun rispetto per i commessi”.


Redazione sintony.it