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13 Aprile 2023

Milano, partorisce in un capannone a Quarto Oggiaro, poi lascia la neonata in ospedale

Dopo il caso di Enea, lasciato nella “Culla per la vita” del Policlinico milanese, un altro caso di disperazione nella città del business e dell’aperitivo
Un reparto di Neonatologia (Archivio)

Un altro neonato partorito e lasciato in ospedale a Milano: dopo il piccolo Enea, trovato il giorno di Pasqua nella Culla per la vita del Policlinico, ieri una bimba è stata lasciata all’ospedale Buzzi da una donna che per motivi sconosciuti non poteva occuparsene. La donna, una 37enne senza fissa dimora, ha dato alla luce la bambina in un capannone a Quarto Oggiaro, alla periferia ovest di Milano. Qualcuno ha avvisato i carabinieri e il 118 che con un'ambulanza l'ha portata all’ospedale Buzzi dove ha detto ai medici che non intendeva riconoscere la figlia. Dopo aver ricevuto le cure necessarie, è stata dimessa e se n'è andata. E’ stata informata la Procura ma il fatto non rappresenta nessuna violazione di legge. Infatti è lecito partorire in anonimato per salvaguardare la vita del nascituro.

 

La bambina sta bene, aveva solo un'ora di vita quando la donna ha raggiunto l'ospedale. Pesa 2,6 chili ed è stata messa in una culla termica per stabilizzare la temperatura corporea. Nel complesso sembra stare bene e i suoi parametri risultano buoni. "Sta bene, era un po' fredda per via delle condizioni in cui è avvenuto il parto" ha riferito all'agenzia LaPresse Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore del Dipartimento di Pediatria dell'Ospedale dei Bambini 'Buzzi' e professore ordinario alla facoltà di Medicina e Chirurgia della Statale di Milano.

 

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Il mancato riconoscimento della neonata da parte della mamma arriva a pochi giorni dal caso di Enea, il bimbo appena nato lasciato con una lettera alla Mangiagalli di Milano. Una vicenda cavalcata dai media che ha toccato l'opinione pubblica e acceso le reazioni sui social. Anche Ezio Greggio, insieme ai medici ed al personale della neonatologia, ha rivolto un appello alla madre affinché tornasse sulla sua decisione. Anche per lei come per Enea, se la madre non ci ripenserà entro dieci giorni, si apriranno le strade dell'affido e dell'adozione.

 

Intanto una famiglia è già pronta ad accogliere il piccolo Enea. Il bimbo di 5 giorni lasciato la mattina di Pasqua alla Culla per la vita del Policlinico di Milano sarà affidato dal tribunale dei minori di Milano a una «famiglia che si era già resa disponibile ed era stata valutata idonea per accogliere un bambino abbandonato», spiegano dall’ospedale milanese. Per il momento il bambino resterà alla clinica Mangiagalli, che dal 9 aprile lo sta accudendo con tutto il suo staff. «Resterà con noi il tempo tecnico necessario perché il Tribunale dei minori lo possa affidare a una famiglia idonea – ha detto il direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva neonata del Policlinico, il prof. Fabio Mosca –. Di solito bastano poche settimane».

 

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Già appena arrivato, il piccolo è apparso in condizioni di salute buone. Dopo un giorno di cure e attenzioni del personale della Mangiagalli, Enea «sta bene, è un bel bambino di circa una settimana di vita – ha aggiunto il prof. Mosca – ed è coccolato da medici e infermiere». La Culla per la vita del Policlinico di Milano si era attivata nella giornata di Pasquetta, per accogliere un bimbo di pochi giorni. Accanto lui era stata trovata una lettera, scritta come se a parlare fosse il bebè, ma firmata «mamma».

 

«Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile», recitava la lettera. La struttura dell’Istituto lombardo è attiva da 16 anni. Quello di Enea è il terzo caso registrato. I primi due sono avvenuti nel 2012 e nel 2016: due bimbi maschi che sono stati chiamati rispettivamente Mario e Giovanni.

Redazione sintony.it