Una proposta particolare quella di cui si è discusso al comune di Como nella seduta del Consiglio comunale del 13 marzo, che potrebbe essere contenuta nel nuovo regolamento dei Servizi per la prima infanzia. Potrebbe scattare infatti la multa per chi tarda a prendere i figli all’uscita dall’asilo nido. Ecco cosa potrebbe cambiare. “Dopo quattro ritardi mensili in entrata e o in uscita, anche non consecutivi, sarà applicata la sanzione di 50 euro per violazione della presente disposizione di regolamento”, si legge nella bozza del nuovo regolamento per l’uso dei servizi comunali adibiti al trasporto scolastico. Non è prevista solo una sanzione pecuniaria: dopo due ritardi non giustificati, può scattare addirittura la non accoglienza del bambino o la sospensione del servizio il giorno successivo.
Alla base di questa proposta c’è un problema di costi e di straordinari da pagare al personale comunale. Spesso il personale che lavora nei nidi è costretto a fermarsi dopo il proprio orario lavorativo per aspettare i genitori che tardano a prendere i figli, molti dei quali lo fanno come abitudine. L’ultima parola, adesso, spetta al prossimo consiglio comunale.
La proposta, c’era da aspettarselo, è stata accolta tra le polemiche dall’opposizione: “Chi multa gli amministratori che non risolvono i problemi di traffico che creano ritardo ai genitori?”, afferma la consigliera dell’opposizione ed ex candidata sindaco Barbara Minghetti.
Tra gli utenti dei social e i cittadini c’è anche chi fa notare che non si può penalizzare i genitori senza conoscere i reali motivi che li spingono o li costringono a ritardare. “Ci sarebbe molto da dire di un’amministrazione che imposta il suo rapporto con i cittadini, in tutti i campi, in termini di colpa e di pena. Siamo diventati tutti bambini da ri-educare e da sanzionare. Mancano solo la verga e la gogna pubblica”, ha scritto uno di loro. “Mi chiedo se sia veramente sempre una ‘pessima abitudine’ dei genitori o vi siano motivazioni serie e diverse che andrebbero ovviamente accertate dalla scuola. Bisogna sempre tenere presente che il nido nasce come esigenza dei genitori che lavorano e non dalle esigenze della scuola”. “Quando si instaura una relazione basata sulla pena e la sanzione è perché manca un pensiero e la capacità di dialogare. Un po’ come quando il genitore da solo urlare perché non è in grado di significare al figlio un comportamento scorretto”, hanno fatto eco altri.
Chiude la mamma di un bimbo disabile: “Dopo questa notizia sono veramente arrabbiata. Perché i primi a dare il buon esempio dovrebbero essere loro, dal Comune ma non lo fanno, al contrario. È da ottobre che continuo ad avere incontri con l' incaricata comunale per quanto riguarda il pulmino disabili che porta a scuola mio figlio che va alle elementari. I bambini stanno due ore sul pulmino, andata e ritorno. Questo perché prima vanno da un paese all’altro. Mi era stato assicurato che da dopo Natale sarebbe stata fatta una macchina per quelli che vanno a Ponte, ma niente!”. Ecco, il Comune sul banco degli imputati, ma la priorità è gestire il personale.
Redazione sintony.it