La pizza condita con l'ananas postata in stile "sfregio culinario". Il classico della pastasciutta con la pummarola ‘ngoppa trasformata in un piatto di fusilli con nutella e scaglie di formaggio. Due mani che impugnano un fascio di spaghetti spezzandoli in due, metafora tanto gradita ai tedeschi. E ancora una sequenza di immagini e riferimenti al Vesuvio affinché erutti e travolga tutto. Fa tutto parte della polemica scatenata dai tifosi dell'Eintracht, a seguito del divieto di acquisto dei biglietti in vista della trasferta a Napoli. Questo il movente che ha scatenato la polemica.
Hanno sfogato così la rabbia e la frustrazione per il divieto loro imposto presenziare al "Maradona". Il provvedimento adottato dal ministero degli Interni traccia una linea spartiacque, non ha precedenti ed è finalizzato a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico: la società di De Laurentiis non potrà cedere ingressi a coloro che sono residenti a Francoforte.
Una decisione arrivata anche per via di ciò che è accaduto all'andata: infatti, gli attacchi rifilati ai sostenitori partenopei e gli striscioni discriminatori, sono bastati per arrivare al provvedimento. Il resto lo raccontarono le notizie di cronaca, con la caccia al napoletano che causò scontri e arresti (36 persone) durante la vigilia della sfida di Coppa. C'è ancora un precedente che non depone a favore: i fatti accaduti a Marsiglia durante la fase a gironi.
La protesta della società tedesca include anche la Uefa e fa riferimento al contingente di tagliandi ufficiali riservati agli ospiti (2700 ticket, di cui 2400 per un settore riservato dell'impianto campano) e a cui l'Eintracht ha diritto secondo i regolamenti federali.
Il portavoce del consiglio di amministrazione dell'Eintracht di Francoforte e amministratore delegato della German Football League, Axel Hellmann ha detto: "È un intervento grave e inaccettabile delle autorità di sicurezza italiane nell'organizzazione e nella cultura delle competizioni europee per club".
La riflessione del dirigente tedesco pone l'attenzione anche su un altro aspetto per attaccare l'ingerenza della politica e del governo italiano nelle questioni di campo, sollevando perfino il sospetto che dietro la decisione di Matteo Piantedosi, numero uno del Viminale, ci siano altri interessi in ballo con velato riferimento alle origini partenopee del ministro degli Interni.
"La Uefa è chiamata a garantire che questo approccio non costituisca un precedente e metta in pericolo l'integrità delle competizioni", ha detto Hellman.
Alessandro Paolo Porrà