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16 Febbraio 2023

Nina Puddu di Oliena è la nuova delegata regionale dell'Associazione "Le Donne del Vino

Nina Puddu è la nuova responsabile regionale dell'associazione, nata nel 1988 per valorizzare il ruolo delle donne nella filiera vitivinicola

Nina Puddu, 46anni produttrice di Oliena, mamma di Pietro, lavora nell’azienda di famiglia dopo aver conseguito la maturità classica, dal 7 febbraio è la nuova delegata per la Sardegna dell'associazione nazionale "Le donne del Vino” che conta oltre 1000 socie tra produttrici, enologhe, enotecarie, ristoratrici, esperte di marketing, comunicazione e giornaliste. Nata e cresciuta tra le valli del Nepente e del Cannonau da una famiglia di produttori  (l’Azienda Vitivinicola Fratelli Puddu ha un’estensione di 50 ettari di cui 30 a vigneto e il restante per la produzione di olio e di salumi) , raccoglie il testimone da Elisabetta Pala, altra donna sarda della famiglia dei produttori di Serdiana, che si è distinta del mondo del vino. Nina Puddu guiderà l'associazione composta da 40 socie sarde per il prossimo triennio. Le vice-delegate scelte dall’Assemblea sono la sommelier Maria Cristina Mamusa e la ristoratrice Maria Luisa Carcangiu Bayre.

 

La nostra storia - Vitivinicola Puddu

 

C’è tanto da fare e c’è necessità di collaborazione e sinergia.

Qual è il ruolo delle donne nel mondo dell’enologia?

La storia del vino al femminile è ricca di tanti esempi virtuosi che hanno caratterizzato sia il passato che il presente. Se guardiamo in Francia, allo Champagne, vediamo come le donne sono state importanti nel mondo del vino. Ad Esempio la vedova Pommery. Che nel 1874 aveva inventato le il brut, che ha influenzato poi le sorti della più nota “bollicina”. O Madame Clicquot, la Grande Dame dello Champagne. Ci sono nella storia grandi case prestigiose che hanno avuto delle donne forti che hanno lavorato in periodi storici in cui le produzioni erano legate alle donne. Nel tempo la donna si è ritagliata un ruolo nel mondo dell’enologia. E sono sempre più numerose raggiungendo livelli sempre più alti a livello di qualifiche e di ruoli.  

Ci sono donne che si iscrivono sempre di più nelle facoltà di agraria, si specializzano in viticultura, enologia, fanno corsi per sommelier e in alcune realtà superano il 40% degli iscritti.

Come nasce ‘Associazione Nazionale delle Donne del vino?

Nel 1988 c’è stata la svolta storica, quando è stata fondata l’Associazione. E’ stata un’intuizione felice da parte di un gruppo di donne che lavoravano in vigna, produttrici, e oggi è la realtà femminile più grande e attiva nel mondo del vino. Siamo più di mille associate che sono operative in tutta la filiera. Producono, commercializzano, lo somministrano. Non solo produttrici, ma anche sommelier, enologhe, agronome, enotecarie, ristroratrici e giornaliste esperte nel settore del vino.

 

 

E’ difficile per una donna operare in un mondo tradizionalmente “maschile”?

Nonostante tutti questi passi avanti abbiamo bisogno di un’Associazione che tuteli la donna in questo lavoro, perché esiste ancora una differenza di genere piuttosto marcata anche nel nostro mondo. E’ un divario che, se guardiamo al mondo agricolo, si fa sempre più tangibile e riguarda non solo le differenze salariali, ma anche le possibilità di avanzamento professionale. Io mi sono iscritta all’Associazione nel marzo 2017 proprio per cercare di creare una sinergia tra donne e per ampliare e valorizzare il ruolo della donna nel settore vitivinicolo e diffondere la cultura e la conoscenza del vino anche nel mondo delle donne.

Emanuele Concas

 

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