La guerra tra Russia e Ucraina si combatte anche con i colpi dei Patriarcati. Il capo della Chiesa ortodossa, il Patriarca Kirill di tutte le Russie, non ne aveva fatto mistero definendola “guerra giusta”, invitando i russi a combattere e schierandosi da sempre e apertamente a fianco del Cremlino e di Putin. “Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare”, esorta i concittadini con un messaggio reso pubblico a settembre scorso. E ancora: “Ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna”. Sono parole non equivocabili e che già dicono molto del profilo del presule russo. La Chiesa di Mosca ritiene il conflitto in Ucraina legittimo.
Che tra Kiev e Mosca non scorresse buon sangue neppure sotto l’altare della Chiesa greco ortodossa è storicamente certificato già dopo lo scisma del 1054, quando i cristiani si divisero in cattolici e ortodossi. Una guerra neppure nascosta, i cui effetti si sono nuovamente manifestati pubblicamente nel 1992 in seguito al rifiuto della Chiesa ortodossa russa di concedere l'autocefalia alla sua Metropolia in Ucraina e sciolta nel 2018 quando è confluita nella Chiesa ortodossa dell'Ucraina. Insomma, tra Kiev e Mosca di pace non ce n’è mai stata.
E come la chiesa di Mosca e Kirill siano vicina a Putin, non è un mistero che lo siano anche Zelensky e Sviatoslav Shevchuk, capo della chiesa di Kiev. E proprio in queste ore da Kiev arriva una bordata ad uno dei capisaldi della chiesa ortodossa: il Natale. La Chiesa greco-cattolica ucraina cambia ufficialmente la data del Natale: dal 2023 sarà celebrato il 25 dicembre, e non più il 7 gennaio, data che li accomunava agli ortodossi. Lo ha annunciato ieri l'arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, spiegando che il cambio del calendario partirà il primo settembre. Malignano gli esperti: un'altra manovra per avvicinare ancora di più l'Ucraina all'occidente?
La richiesta di rivedere la data di una delle feste più importanti per i cristiani c'era già da tempo da parte dei fedeli ma «la guerra ha accelerato il processo di decisione», spiegano dalla Chiesa ucraina. «Una decisione storica» è stata definita dallo stesso Shevchuk.
Fonti della Chiesa greco-cattolica ucraina spiegano che verrà adottato il cosiddetto calendario «neo-giuliano», secondo il quale per le feste legate al Natale si adottano le date del calendario gregoriano (quello seguito dai cattolici), mentre per la Pasqua rimangono le date del calendario giuliano. Ma questo è per una fase transitoria.
Sulla data della Pasqua c'è infatti una riflessione più ampia e nel 2025, quando si celebreranno i 1700 anni del Concilio di Nicea, potrebbe essere presa una decisione per riunificare la data della Pasqua non solo all'interno della galassia cattolica ma anche tra cattolici e ortodossi.
Ma non c'è ancora chiarezza. Tornando invece alla Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino, viene data la possibilità di mantenere, anche per il Natale, la vecchia data del 7 gennaio, alle parrocchie che non se la sentiranno di cambiare subito ma dovranno avere «l'autorizzazione del vescovo locale» e comunque dovranno adeguarsi alla nuova data del 25 dicembre entro il 2025.
Questo 2023 vedrà dunque la celebrazione di 'due Natali' per la Chiesa greco-cattolica ucraina. Era infatti stato celebrato un mese fa, il 7 gennaio, e verrà celebrato nuovamente il 25 dicembre, ma sarà poi definitivamente quest'ultima la data per gli anni successivi.
Redazione sintony.it