Lo scopo del Museo del Danno, progetto dell’associazione Domizia, è di sensibilizzare il visitatore della mostra sulla necessità di modificare alcuni comportamenti in materia ambientale, e quindi limitare i danni prodotti all’ecosistema marino, con rifiuti trasformati in reperti museali.
"Domizia è un’associazione nata nel 2021 per il monitoraggio e la tutela dei nidi Caretta caretta, in collaborazione con la stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn. L’anno scorso sono stati ritrovati ben 18 nidi, portando il comune di Castel Volturno il primo in tutta la regione Campagna per il maggior numero di nidi Caretta caretta" spiega Leda Tonziello dell'Associazione Domizia. Lungo la costa a nord di Napoli i nidi di tartaruga non sono gli unici a essere stati trovati dai volontari dell’associazione. Bottiglie di plastica, lattine di metallo, pneumatici, ma anche elettrodomestici e oggetti d’uso quotidiano, come bambole e giocattoli.
È proprio da qui che nasce il progetto del “Museo del Danno”, un’installazione realizzata interamente con i rifiuti spiaggiati nel tempo e raccolti sulla battigia di Castel Volturno.
“Domizia è un’associazione nata per prendersi cura delle tartarughe marine. Da questa fortunata esperienza sono nati tanti altri progetti come il Museo del Danno. I volontari periodicamente si prendono cura delle pulizie delle spiagge e dei tratti di arenile libero che gli enti pubblici non riescono a pulire. Parte di questi rifiuti li conferiamo in discarica, con un’altra parte ci creiamo delle vere e proprie opere d’arte come il presepe dei giocattoli dispersi, l’albero di Natale coi rifiuti spiaggiati, oppure la mostra presente al Museo Archeologico campano di Capua dove abbiamo sovrapposto reperti di civiltà illuminate e storiche che hanno espresso bellezza e cultura e reperti della civiltà contemporanea che non riesce a smaltire correttamente determinati scarti e questi arrivano nei corsi superficiali d’acqua, da qui al mare e dal mare di nuovo alle spiagge" racconta Vincenzo Ammaliato dell'Associazione Domizia.
Il costante monitoraggio dei rifiuti spiaggiati ha consentito all’associazione Domizia di presumere che la quasi totalità degli scarti restituiti dal mare non è prodotta da chi frequenta le spiagge, meno dai passeggeri delle imbarcazioni. Si tratta invece di scarti di lavorazioni industriali, artigianali, agricoli e di allevamenti e almeno la metà proviene direttamente dalle nostre case. Sono prodotti presenti in ogni singola abitazione e che evidentemente da molti non sono smaltiti correttamente.
Insomma, l'esposizione dei rifiuti raccolti sulla spiaggia Domiziana si propone di porre il visitatore di fronte il suo stesso danno, quello provocato al mare, all'ambiente e alla salute collettiva.
@Redazione Sintony News