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25 Ottobre 2022

Costi da capogiro e salute mentale a rischio: inizia la crisi dei concerti

La crisi dei concerti è iniziata: numerosi artisti di medio livello rischiano di rinunciare ai live per non andare in rosso

Il mondo si trova a fare i conti con un esaurimento nervoso. La pandemia, la guerra e il riscaldamento globale sono dei fattori scatenanti: chi ne risente è anche la musica dal vivo. Diventa sempre più complicato andare in giro a suonare, a causa dei costi da sostenere e della salute mentale precaria.

Il primo a mietere vittime è stato il Covid: con il suo arrivo, chi ne ha maggiormente risentito sono gli artisti, obbligati a cancellare date o interi tour per via dei pesanti costi da sostenere e per salvaguardare la salute psico-fisica.

Una delle prime a dare l’allarme è stata Little Simz, vincitrice del Mercury Prize. L’artista, nella scorsa primavera si è vista costretta a cancellare il suo tour negli Stati Uniti dichiarando in un tweet: “Essendo un’artista indipendente, pago di tasca mia tutto ciò che comprende le mie esibizioni dal vivo e un tour di un mese negli Stati Uniti mi lascerebbe in enorme deficit. Per quanto mi addolori non incontrarvi, in questo momento semplicemente non sono in grado di sottopormi a questo tipo di stress mentale”.

 

Il post-pandemia e il conflitto ucraino sono stati i fattori che hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi e complicato tutto l’occorrente utile ad allestire un live. I voli e gli alberghi sono proibitivi e i permessi, se si vola da Inghilterra e Stati Uniti, sono costosi e difficile da ottenere.
Gli strascichi lasciati dall’emergenza sanitaria influiscono maggiormente sulla generazione più grande che si trova a fare i conti con il disagio dovuto agli spazi chiusi. Dall’altra parte, i giovani si trovano ancora più in difficoltà: nonostante la voglia di tornare ad occupare quelli spazi sociali, si trovano a dover fare i conti con una vita più costosa, partendo da una condizione economica più debole.

Alla luce di ciò, chi ne risente di più è sempre la musica dal vivo. La contromossa degli Stati Uniti è stata aumentare i prezzi dei biglietti, per cercare di far fronte agli innumerevoli costi da sostenere per l’allestimento.

Il risultato è stato solo un disincentivare il pubblico, disposto a rinunciare alla partecipazione ai live.

I Garbage tramite il loro profilo Instagram si sono uniti alla protesta: “La musica dal vivo è enormemente sotto pressione. Il musicista medio non può più sopravvivere, né tanto meno prosperare nelle condizioni attuali. Stiamo vedendo tanti talenti preziosi cedere all’ingiustizia economica di un sistema che non paga i creativi per la loro produzione artistica. Tutti sono in lizza per una manciata di luoghi al fine di guadagnare una piccola somma di denaro per mantenersi fino al prossimo spettacolo, la maggior parte non ha un dollaro di assicurazione. Una grande percentuale di musicisti che conosci e ami probabilmente vive alla giornata. Le aziende stanno guadagnando miliardi di dollari dal loro lavoro e non condividono nessuno dei profitti”.

L’artista pakistana Arooj Aftab, autrice di Vulture Prince, un album che nel 2020 ha spopolato, è intervenuta su Twitter: “Il tour è stato fantastico. Siamo stati spesso headliner, abbiamo sempre avuto un’affluenza massiccia e ci siamo dimostrati validi in tutti i mercati. Tuttavia, ho migliaia e migliaia di euro di debiti a causa del tour e mi è stato detto che è “normale”. Perché è normale? Questa cosa non dovrebbe essere normalizzata”.

Numerosi artisti stanno decidendo di alleggerire la propria mente, non sottoponendosi più a questi ritmi. Lasciano trasparire un problema che non è da sottovalutare: la salvaguardia della salute mentale. Lo sfruttamento lavorativo fino all’esaurimento nervoso non può essere una soluzione ai numerosi e massacranti problemi in cui stiamo vivendo.

Il problema principalmente colpisce la fascia media di musicisti, non intacca le super star mondiali, né gli emergenti ancora fuori dal panorama musicale. Gli artisti di fama media rischiano seriamente di scomparire in un sistema che li sta inghiottendo poiché costretti a lavorare ogni giorno per “sopravvivere”.

Alla luce delle difficoltà, gli unici che si possono permettere di allestire concerti o spettacoli sono i cosiddetti artisti già affermati, seguiti da un pubblico avente lo stesso identikit sociale.

@Redazione Sintony News