Sentenza pesante ed irrevocabile quella della Corte di Cassazione ai danni del trapper siciliano Vincenzo Pandetta, in arte Niko Pandetta, condannato a 4 anni di reclusione per spaccio.
Il cantante, nipote del boss Salvatore Cappello meglio conosciuto con il diminutivo di Turi, capo del Clan Cappello e legato alla Stidda (organizzazione di stampo mafioso catanese), è stato colto da una serie di intercettazioni eseguite dalla squadra mobile, indagante il cartello del narcotraffico gestito dal pentito Sebastiano Sardo.
Un’indagine impegnativa, quella condotta dalla polizia, la quale si è concentrata al collegamento tra le ‘ndrine di Cosenza e Reggio Calabria, che rifornivano gli spacciatori palermitani di grossi quantitativi di cocaina, marijuana e hashish.
Pandetta risulta solo uno della lunga lista di imputati implicati nel processo. Inaccettabile per i giudici della Suprema corte il ricorso presentato dagli avvocati, la sentenza è confermata.
Nonostante la pesante situazione, su Instagram, Niko Pandetta ha postato una sua foto e ha scritto: “Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica.
Uscirò e mi vedrete più forte di prima.”
Il cantante ha ricevuto numerosi commenti “affettuosi” da parte dei suoi colleghi della scena trap italiana e dei suoi followers.
@Redazione Sintony News