Ogni 10 agosto decade la Notte di San Lorenzo, l’evento tanto atteso per ammirare le stelle cadenti (associato allo sciame meteorico delle Perseidi). Tra la notte di San Lorenzo e l’avvenimento delle “lacrime di San Lorenzo” cioè la caduta delle meteore, esiste un piccolo distacco temporale.
Come ci spiega l’astrofisico del Virtual Telescope Project, Gianluca Masi, la caduta delle meteore avviene tra il 12 e il 13 del mese. Tuttavia, nella notte del 2022, il picco massimo delle stelle sarà visibile tra venerdì 12 e sabato 13 agosto. Ciononostante, l’evento di quest’anno sarà disturbato dalla presenza della Luna Piena (come indica l’Unione Astrofili italiani- UAI), visibile alle 03:36 del 12 agosto.
Ecco cosa sapere per godersi a pieno lo spettacolo di stelle:
San Lorenzo era uno dei 7 diaconi di Roma e venne reso martire proprio il 10 agosto tramite l’editto dell’imperatore Valeriano. La Notte di San Lorenzo si può identificare tra quelle del 9 o del 10 oppure quelle tra il 10 e l’11 agosto. Tuttavia, l’avvenimento del massimo delle Perseidi, di quest’anno, sarà disturbato dalla presenza della Luna Piena, prevista per il 12 agosto.
Ma l’UAI, consiglia l’osservazione del cielo dopo la mezzanotte e poco prima dell’alba del 13. Il momento migliore per l’osservazione delle stelle è di qualche giorno prima, così da evitare la presenza luminosa della Luna Piena. Tuttavia, Gianluca Masi consiglia la visione delle scie luminose nelle notti tra l’8 e il 9 oppure tra il 9 e il 10 agosto, sempre nella ultima fase della notte.
Infine, non ci si può dimenticare della scelta del posto migliore. I luoghi migliori per osservare le stelle cadenti sono quelli senza l’inquinamento luminoso, in sostanza quelle che posseggono un cielo buio e limpido. Si possono considerare i luoghi immersi nella natura come i grandi prati su colline o montagne, ma si possono considerare anche le spiagge. Intatti più il cielo sarà scuro maggiore sarà la visibilità delle meteore. Tutt’ora, sono stati classificati anche i cieli più bui dell’Italia, situati: nell'Appennino tosco-emiliano, in Basilicata, Liguria, Calabria, Sicilia e Sardegna.
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