Da sempre grande appassionato di medicina. Appena tre anni fa ha ricevuto la laurea ad honorem in farmacia. Ora Carlo Verdone, l’attore amato dagli italiani e non solo, ha ricevuto anche quella in medicina.

L’occasione è stato il giuramento di Ippocrate di 800 nuovi medici neolaureati al teatro Augusteo di Napoli. “Voi curate i corpi, qualche volta la psiche. Io curo l'umore delle persone. Mi sento un antidepressivo naturale, però vi chiedo una cosa. Da paziente. Dietro il camice bianco ci deve essere un uomo, l'umanità", ha detto Verdone, "per me è un regalo essere qui. Considero una noia mortale stare con i miei colleghi del cinema”.

Verdone ha colto l’occasione anche per raccontare una parte del suo passato, quando negli anni 60 la sua casa era frequentata da alcuni nomi della medicina molto noti, ma la paura alla vista del sangue non gli ha consentito di intraprendere gli studi per indossare il camice bianco. “Casa mia, negli anni '60, era frequentata da alcuni nomi da novanta della medicina dell'epoca come Valdoni, Stefanini, Borromeo. Mi appassionai e cominciai a collezionare l'enciclopedia medica, ma capii che non potevo fare il medico perché ero molto emotivo e alla vista del sangue avrei ceduto. Quello che mi sento di dirvi, da paziente, è che dietro un medico ci deve essere l'uomo e soprattutto una grande capacità d'ascolto". 

A parte il riconoscimento, a Napoli Verdone ha ricevuto in dono un pastore della bottega di Ferrigno, con le sue sembianze e un camice bianco indosso, e un libro sui cento anni dell'Ordine dei medici di Napoli. Ma anche alcuni documenti trovati dall'Archivio di Stato che testimoniano le origini puteolane del nonno paterno Oreste mai conosciuto.

@Monica Magro