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10 Febbraio 2022

Ha senso la crociata contro lo schwa?

Sta facendo molto scalpore l’appello contro l’uso dello schwa che sembra mortificare e relegare ancora di più ai margini persone che già si sentono discriminate.

In questi giorni sul web circola un appello scritto dal professore di linguistica e accademico Massimo Arcangeli che ha raccolto finora le firme di oltre 14 mila persone. Illustri accademici italiani, scrittori, personaggi della politica, hanno sottoscritto questa petizione contro una ‘pericolosa deriva spacciata per anelito d'inclusività da incompetenti in materia linguistica’. Nell’appello si definisce senza mezzi termini lo schwa ‘l’ennesima follia bandita sotto le insegne del politicamente corretto’ , la proposta ‘di una minoranza che pretende di imporre la sua legge a un'intera comunità di parlanti e di scriventi’, ‘il frutto di un perbenismo, superficiale e modaiolo, intenzionato ad azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa dell'inclusività’. Si sostiene anche che con lo schwa esiste il ‘rischio di arrecare seri danni anche a carico di chi soffre di dislessia e di altre patologie neuroatipiche'.

Invece secondo la linguista Vera Gheno, prediligere questa “e” capovolta (ə), rispetto ad esempio all’utilizzo dell’asterisco (*), ha il vantaggio di avere un suono, “un suono davvero medio, non come la U che in alcuni dialetti denota un maschile”. Bisogna chiedersi, prima di sottoscrivere la petizione, se non state contribuendo a schiacciare, mortificare e relegare ancora di più ai margini persone che già si sentono discriminate, anche da quello che per voi è la semplice osservanza di regole grammaticali.

 

 

@Sintony News