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20 Gennaio 2022

Oltre "Encanto", ecco i 5 Classici Disney da non perdere

Da Rapunzel a Oceania: tutti i successi della casa d’animazione

Encanto, l'ultimo film della Disney, non ha convinto tutti. Anzi, ha diviso critica e pubblico. Ma il 60esimo classico arriva a chiudere un percorso molto lungo iniziato poco più di dieci anni fa con Rapunzel e che sembra esser arrivato adesso a compimento.

Sono cinque i Classici imperdibili di questo decennio, secondo le riviste di cinema come Cinema Everyeye che stila questa classifica.

C'è Rapunzel, che ha cambiato tanto in casa Disney. Tangled è il più costoso dei Classici della storia della Disney, con un budget di 260 milioni di dollari e un incasso totale di 591 milioni, il settimo miglior risultato dei Walt Disney Animation Studios. Alla regia c'è Byron Howard, regista anche di Encanto, che acconsente a non chiamare il film Rapunzel, ma Tangled: una scelta nata dalla volontà di recuperare il flop realizzato con La principessa e il ranocchio e portare quante più persone possibile al cinema. Scelta vincente, ma che premia anche la qualità del film stesso. La scrittura di Fogelman, infatti, andò a cambiare una volta per tutte i rapporti cavallereschi e sentimentali che avevano caratterizzato i Classici Disney fino all'epoca del Rinascimento. La principessa era sì da salvare, ma non era più indifesa, anzi: il dualismo con Flynn Rider divenne ironico, divertente, sagace, scevro di particolarismi legati allo stereotipo della donzella in pericolo.

Oceania invece riuscì a dimostrare quanto Disney fosse in grado di spingersi in là con le tecniche di animazione: l'utilizzo di un elemento così complesso da riprodurre come l'acqua, replicato nel miglior modo possibile, permise all'azienda di Burbank di tornare agli alti livelli sempre mantenuti dal punto di vista tecnico. Inoltre, l'intera storia aveva messo da parte le canoniche storie d'amore, sostituendole con un sentimento molto più aulico: il sogno della protagonista, Vaiana, di ridare vita al proprio paese, senza dover necessariamente rispondere al richiamo della principessa. Un'ode alla forza femminile.

Se Oceania non riuscì a trionfare agli Oscar fu solo perché Byron Howard con Zootropolis aveva sbaragliato la concorrenza. Un film coraggioso, in grado di tornare alle origini: per Clark Spencer - che venne anche a Milano a presentare le prime scene della pellicola in un'anteprima di Zootropolis - era un ritorno al Libro della giungla, per lo stesso Howard era un omaggio a Robin Hood.

E parlando di Oscar non si può non inserire in questa breve cinquina anche Frozen. Forse il film più divisivo degli ultimi dieci anni della Disney, Battendo ogni possibile record, Frozen, fino all'uscita del suo sequel, si impose come film d'animazione con il maggior incasso nella storia del cinema, vincendo due Oscar, tra cui quello per la miglior canzone, Let It Go. 

Alla fine troviamo Ralph Spaccatutto. Un piacevole esperimento firmato da Rich Moore, uno degli autori a cui si deve la rivoluzione avvenuta negli anni Novanta nella serie de I Simpson, oltre a esser stato supervisore dell'intera serie di Futurama. Per chi mastica il mondo dei videogiochi come se fosse pane a pranzo, Ralph Spaccatutto fu la manifestazione di un fenomeno che portava i personaggi del mercato videoludico sul grande schermo, senza alternarne la loro funzione.

 

@sintonynews