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21 Ottobre 2021

Un milione di dollari per chi aiuterà a trovare la bimba sparita in Australia

Il Governo offre un milione di dollari come ricompensa per chi aiuterà a trovare Cleo Smith, la bimba sparita in Australia

Un milione di dollari. A tanto ammonta la ricompensa pensata dal governo dell'Australia occidentale per chiunque fornisca informazioni che portino al ritrovamento di Cleo Smith, la bambina di 4 anni scomparsa da sabato 16 ottobre. Era l’1.30 quando la piccola era in campeggio, il mattino dopo, alle 6 circa, si sono perse le tracce. E la polizia è convinta che sia stata rapita.

"Spero che qualcuno si faccia avanti. Se la ricompensa può motivare ad aiutarci a riportare a casa Cleo, allora siamo più che felici di offrirla", ha detto il ministro della polizia Paul Papalia. Il premier Mark McGowan ha dichiarato: “Stiamo tutti pregando per un risultato positivo, vogliamo garantire che la polizia abbia tutto ciò di cui ha bisogno per risolvere questo caso ed è per questo che il mio governo non esita a sostenerla con questa offerta di ricompensa".

Cleo è sparita con il suo sacco a pelo rosso mentre era in vacanza con la sua sorellina più piccola e i genitori. Indossava solo con una tutina rosa con disegni gialli e blu. Erano al Quobba Blowholes camping, sulla famosa Coral Cost australiana. La mamma delle piccole, Ellie, si è accorta che la bambina non c'era più quando è stata svegliata dalla sorellina. Era sparita, insieme al suo sacco a pelo rosso. La donna e il compagno hanno iniziato immediatamente a cercarla ovunque. Non trovandola sono saliti in macchina sperando di riuscire così più facilmente ad individuarla ma non c'è stato nulla da fare. Le ricerche, che si sono attivate subito anche con l’utilizzo di droni, non hanno portato a nessun esito. E in tanti non hanno potuto fare a meno di ripensare alla storia della piccola Maddie McCann, la bambina inglese sparita mentre era in vacanza in famiglia in Portogallo nel 2007. In Australia però si ricorda la storia di Azaria, la bimba di appena due mesi scomparsa durante una vacanza in campeggio nell'agosto del 1980. Appena due anni dopo, nel 1982, i genitori furono condannati: la madre per l'uccisione della figlia e il padre per favoreggiamento. Furono risarciti e assolti quattro anni dopo, nel 1986, quando le indagini dimostrarono che la storia del dingo, visto dai genitori intrufolarsi in una tenda, era vera.

 

@Monica Magro