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14 Giugno 2020

Barba candida e voce roca, Francesco Guccini compie 80 anni

Oggi 14 giugno, il cantautore modenese festeggia il suo ottantesimo compleanno

Nel 1940, nasceva Francesco Guccini, cantautore che ha scritto la storia della musica italiana.

Con Dalla e Gaber, sebbene con visioni diverse, bazzicavano tutta la notte tra le osterie di Bologna e, se Lucio fosse ancora tra noi, anche oggi sicuramente sarebbero andati a bere qualcosa tra quei portici rossi che li hanno ospitati per gran parte della loro vita. Da Vito, tra un bicchier di vino, una partita a carte e una canzone estemporanea, avrebbero fatto mattina per festeggiare gli 80 anni del buon Guccini.

Invece, in questo particolarissimo 2020, il cantautore ormai canuto si ritrova a festeggiare il suo compleanno sui social in un evento online, al quale hanno partecipato Luciano Ligabue, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e tanti altri. Una festa così anomala per un personaggio non amante delle celebrazioni; ma comunque doverosa visto il suo inserimento tra i finalisti del Premio Campiello, grazie al suo libro “Tralummescuro - Ballata per un paese al tramonto”.

Nato a Modena, trapiantato a Bologna vecchia signora, ha segnato un’epoca: quella dei cantautori, quella dell’attivismo, quella delle canzoni idealiste. Brani capaci di far pensare, testi rivelatori dalle parole parlanti, canzoni in grado di commuovere.

Musica che ha raccontato gli stati d’animo di un periodo storico, quello del Secondo dopoguerra e del boom economico: dalla morte dell’anarchico Rigosi nella locomotiva al vecchio e il bambino che si presero per mano; da Auschwitz e il fumo d’inverno alla morte di Che Guevara con la fine delle belle illusioni.

Guccini ha raccontato i sogni della sua generazione: lo slancio e la voglia di libertà, sopraffatte infine dalla morte delle ideologie. 

Barba sempre più candida, voce ogni giorno più roca, lingua sempre più tagliente. Sebbene sia rientrato nel mirino della Meloni dopo la versione rivisitata di Bella Ciao, a 80 anni tutto gli è concesso, perfino ammettere di non aver mai votato il Partito Comunista Italiano, generando una grandissima delusione tra i suoi fan. Infatti, come dichiarato pochi giorni fa in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Guccini non ha mai votato PCI, al massimo Partito Socialista: una confessione che ha infranto l’illusione di tantissimi ammiratori.

Ma come canta lo stesso Guccini ne L’avvelenata, “Non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni!

Quelle di Francesco Guccini sono canzoni di una generazione non cronologicamente identificabile: non solo quella degli anni Sessanta o Ottanta che scendeva in piazza contro la Guerra del Vietnam o a favore dell’aborto. I suoi testi sono senza tempo: parole che parlano a tutti; o meglio, a tutti i sognatori. A tutti coloro che sperano in un mondo più equo, libero, migliore. In un futuro senza disuguaglianze che faccia tesoro della lezione di Dio, “morto nei campi di sterminio, nei miti della razza e negli odi di partito”, e costruisca un avvenire degno di essere vissuto.

Perché “Noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto”.

@Grazia Enerina Pisano