
La solitudine non è più un tabù, ma un segno di libertà. Dopo aver conquistato i viaggi e le cene, la cultura del "fare da soli" è sbarcata con forza anche nel mondo della musica dal vivo e dei festival. I "solo ravers", ovvero coloro che scelgono di partecipare a rave e concerti senza amici al seguito, sono diventati una presenza stabile, riflettendo un profondo cambiamento post-pandemia nelle dinamiche sociali.
I numeri confermano la portata del fenomeno. Secondo un sondaggio condotto da Ticketmaster, la percentuale di persone che partecipano da sole a un evento musicale è passata dall'8% registrato nel 2019 all'impressionante 29% odierno.

Questa scelta non nasce dall'isolamento, ma da una precisa volontà di vivere l'esperienza al massimo, seguendo i propri ritmi. I festival si sono rapidamente adattati: eventi come Reading e Leeds hanno introdotto aree campeggio dedicate ai "solo campers", mentre sui social si moltiplicano community come "London Solo Ravers" e chat di gruppo per chi ama ballare per conto proprio.
Dietro l'ascesa dei solo ravers si nascondono diverse ragioni, spesso più pragmatiche che sociali: amore per la Musica (la spinta principale). Infatti Secondo la ricercatrice Karenza Moore, esperta di club culture all'Università di Newcastle, la motivazione più forte è la passione per un genere specifico. "A volte ami un suono che nessun altro capisce e allora vai, anche da solo," spiega Moore.
E il fattore economico: con la crisi del costo della vita e agende sempre più complicate, trovare amici con cui allineare passioni, tempo e budget non è affatto scontato. Andare da soli diventa la via più semplice per non rinunciare alla musica.
Il post-pandemia ha inoltre riscritto le regole della socialità. Se prima l'idea di una serata in solitaria poteva sembrare triste, oggi è percepita come "cool" e matura. Le persone, stanche delle "relazioni solo digitali", cercano esperienze autentiche e reali.

Paradossalmente, l'ambiente del rave e del festival è spesso percepito come più accogliente per chi balla da solo. Molti solo ravers raccontano di sentirsi più a loro agio ai rave che nei club tradizionali, in quanto nei festival la gente è lì prevalentemente "per la musica, non per l’alcol o per rimorchiare".
La maggiore attenzione alla sicurezza e al benessere da parte degli organizzatori ha reso gli eventi dal vivo spazi più protetti e meno minacciosi per chi decide di andarci da solo. I solo ravers sono spesso adulti che conoscono i propri limiti e l'ambiente, rendendo la scelta del "ballare con se stessi" un gesto di autosufficienza e piena libertà espressiva.
@Redazione Sintony News