Un fulmine a ciel sereno ha colpito il mondo del calcio. Diogo Jota, attaccante del Liverpool e della nazionale portoghese, è morto nella notte tra il 2 e il 3 luglio in un incidente stradale insieme al fratello, nella provincia di Zamora, in Spagna. Aveva solo 28 anni. Un evento tragico e improvviso che ha lasciato sgomenti tifosi, compagni di squadra, avversari e l’intera comunità sportiva internazionale.
Diogo José Teixeira da Silva, meglio conosciuto come Diogo Jota, era nato il 4 dicembre 1996 a Massarelos, in Portogallo. Cresciuto calcisticamente nel Paços de Ferreira, aveva debuttato tra i professionisti nel 2014 diventando presto il più giovane marcatore del club in Primeira Liga. Il suo talento, fatto di velocità, tecnica e freddezza sotto porta, non passò inosservato.
Nel 2016 l’Atlético Madrid lo acquistò per 7 milioni di euro, ma non vestì mai la maglia dei Colchoneros. Fu girato in prestito al Porto, dove mise a segno 7 gol e 6 assist in una stagione, consolidando la sua reputazione di giovane promessa.
La svolta della carriera arrivò nel 2017, quando Jota si trasferì in prestito al Wolverhampton, allora in Championship. Con 17 gol fu determinante nella promozione in Premier League e gli Wolves decisero di riscattarlo. In Premier confermò il suo valore, realizzando nel 2019 una tripletta contro il Leicester, la prima di un portoghese nel massimo campionato inglese dai tempi di Cristiano Ronaldo.
Nell’estate del 2020 fu il Liverpool a scommettere su di lui, acquistandolo per 45 milioni di euro. Inizialmente accolto con scetticismo, Jota riuscì rapidamente a conquistare spazio e affetto. Gol all’esordio in Premier contro l’Arsenal, tripletta in Champions contro l’Atalanta e il 10.000° gol della storia dei Reds. Nonostante gli infortuni, fu sempre determinante: 13 reti nella prima stagione, 15 nella seconda e 8 nella più recente, condizionata da problemi muscolari.
In tre stagioni ha contribuito in maniera fondamentale alla conquista di una Premier League (2024-25), una FA Cup e una Coppa di Lega (entrambe nel 2021-22). Amatissimo dalla Kop, i tifosi gli avevano dedicato un coro diventato virale:
“He’s a lad from Portugal, better than Figo, don’t you know? Oh his name is Diogo!”
Oltre al calcio, Diogo Jota era un grande appassionato di videogiochi, in particolare FIFA. Aveva fondato un team di eSports e raccontava con entusiasmo di partecipare spesso ai tornei professionistici. In un’intervista a FourFourTwo aveva rivelato di essere stato, per un weekend, numero 1 al mondo nella modalità Weekend League, vincendo 30 partite consecutive.
“Non perché siano scarsi, ma posso davvero competere con loro”, raccontava. E chi lo sfidava confermava: Jota era forte anche col pad in mano, tanto quanto lo era in campo.
Solo pochi giorni fa, lo scorso 22 giugno, si era sposato con la compagna di lunga data Rute Cardoso, con cui aveva tre figli piccoli: Denis, Duarte e una bambina nata all’inizio del 2024. Aveva condiviso sui social un video del matrimonio scrivendo: “A day we will never forget”.
Purtroppo, a distanza di meno di due settimane, quel giorno è stato seguito da uno che il mondo del calcio non dimenticherà mai per un altro motivo, tragico.
Diogo Jota se ne va nel momento più felice della sua vita: la vittoria della Premier con il Liverpool, il trionfo in Nations League con il Portogallo, il matrimonio, la famiglia. Un destino crudele lo ha strappato ai suoi cari, ai suoi tifosi, ai compagni, a un calcio che aveva ancora tanto da offrirgli.
Rimarrà il ricordo di un campione vero, dentro e fuori dal campo. Un esempio di passione, dedizione e umanità.