News

Attualità
25 Giugno 2025

Perché gli Stati Uniti vogliono cancellare WhatsApp dopo l’attacco in Iran

L'app di messaggistica, utilizzata da oltre 3 miliardi di persone nel mondo, si trova al centro di un dibattito globale sulla privacy e la sicurezza dei dati, con accuse e divieti che ne minano la reputazione

Un'insolita sintonia accomuna in questi giorni due nemici storici, l'Iran e gli Stati Uniti, entrambi scettici sull'affidabilità di WhatsApp. L'app di messaggistica, utilizzata da oltre 3 miliardi di persone nel mondo, si trova al centro di un dibattito globale sulla privacy e la sicurezza dei dati, con accuse e divieti che ne minano la reputazione.

La televisione di Stato iraniana ha recentemente lanciato un appello ai cittadini, invitandoli a disinstallare WhatsApp. Secondo il governo di Teheran, l'applicazione raccoglierebbe informazioni sugli utenti per poi inviarle a Israele. Sebbene il governo iraniano abbia già in passato bloccato piattaforme social e app di messaggistica – nel 2022, per esempio, WhatsApp e Instagram furono aggiunte alla lista delle app proibite in seguito alle proteste per la morte di Mahsa Amini – questa nuova accusa riaccende i riflettori su un tema spinoso.

 

Donald Trump sull'Iran è matto o molto furbo?

Parallelamente, dall'altra parte del mondo, anche gli Stati Uniti hanno preso una posizione forte. Come riportato da Axios, il Chief Administrative Officer della Camera dei Rappresentanti ha formalmente vietato l'uso di WhatsApp sui dispositivi governativi. Una comunicazione interna ha informato lo staff della necessità di disinstallare l'app, sia nella versione mobile che in quella desktop.

La motivazione addotta è chiara: "WhatsApp rappresenta un rischio per gli utenti a causa della mancanza di trasparenza sulla protezione dei dati, dell’assenza di crittografia dei dati archiviati e potenziali vulnerabilità di sicurezza". La nota raccomanda l'uso di altre app di messaggistica considerate più sicure, tra cui Teams di Microsoft Corp, Wickr di Amazon.com, Signal, iMessage di Apple e Facetime.

Donald Trump su Truth: Iran si arrenda, Leader Supremo sotto tiro

Fin dalla sua acquisizione da parte di Meta nel 2014, WhatsApp è stata promossa come uno dei servizi di messaggistica più sicuri, grazie alla crittografia end-to-end (E2E). Questa tecnologia protegge i messaggi personali e le chiamate tra gli utenti, garantendo che "nessuno al di fuori della chat, nemmeno WhatsApp, possa leggerli, ascoltarli o condividerli".

Tuttavia, il nodo cruciale del dibattito risiede nella raccolta di metadati. Sebbene la crittografia impedisca l'accesso al contenuto dei messaggi, Meta e altre società tecnologiche continuano a raccogliere informazioni come contatti o dati sul dispositivo, che, su richiesta, possono essere condivisi con le autorità.

Meta ha smentito le accuse iraniane, esprimendo preoccupazione che queste "fake news possano diventare un pretesto per bloccare i nostri servizi in un momento in cui le persone ne hanno più bisogno". Un portavoce di Meta ha ribadito a Gizmodo: "Non tracciamo la vostra posizione esatta, non teniamo registri dei messaggi ricevuti e non tracciamo le conversazioni in app. Non forniamo informazioni in blocco ad alcun governo".

Il ritorno finanziario stellare di Meta Platforms Inc: Il club dei trilioni  di dollari

Nonostante le rassicurazioni, il dibattito sulla privacy rimane acceso. Meta è stata infatti accusata da organizzazioni per i diritti umani, come Human Rights Watch, di aver limitato contenuti filo-palestinesi su Instagram e Facebook. Inoltre, sui social di Meta sono stati sponsorizzati dal governo israeliano video di propaganda contro Hamas e l'Iran, alimentando ulteriori interrogativi sulla neutralità e l'influenza politica delle piattaforme.

 

 

 

@Redazione Sintony News