Anche nel 2025 ritorna “Navigantes - La nave dell’identità, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Maria Carta che porta i suoni, i canti, le musiche, i balli e i colori degli abiti tradizionali della Sardegna nelle comunità sorelle. Questa volta si rimarrà nell’ambito regionale. Il 5 ottobre prossimo “Navigantes” farà tappa a Carloforte, sull’isola di San Pietro, Dopo quelle a Barcellona nel 2023 e a Bonifacio in Corsica nel 2024, sarà un'altra “invasione pacifica” di centinaia di sardi portatori di cultura e di tradizioni, che sfileranno nel centro storico carlofortino.
Nei giorni scorsi al comune di Carloforte un primo incontro è servito per mettere a punto la macchina organizzativa. La vicesindaca Betti Di Bernardo ha accolto una delegazione della Fondazione Maria Carta, con il presidente Leonardo Marras, il segretario Antonio Carta, Giacomo Serreli e Valentina Spano in rappresentanza del comitato scientifico della Fondazione.
Hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni locali coinvolte. All’edizione 2025 di Navigantes si prevede parteciperanno oltre 250 persone, tra gruppi in abito tradizionale, provenienti dai diversi territori della Sardegna, le maschere dei Mamuthones e Issohadores della Pro Loco di Mamoiada, i suonatori degli strumenti della tradizione, come le launeddas e gli organetti diatonici, oltre ai canti. Ci saranno anche i Tamburini di Oristano e non mancheranno, ovviamente, le musiche carlofortine.
«Dopo il felice e colorato viaggio di esordio a Barcellona nel 2023 e quello altrettanto riuscito in Corsica nel 2024 riproponiamo “Navigantes” con rinnovato entusiasmo – dichiara Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta –. Partiremo da Portovesme alle 10 del 5 ottobre alla volta di Carloforte. Vogliamo rafforzare il legame tra due isole che condividono condizioni storiche e culturali. È importante valorizzare tradizioni identitarie, come la musica, l’enogastronomia, gli scambi turistici e, come ho già detto in occasione delle scorse edizioni, anche i rapporti tra i nostri giovani che costituiscono quel ponte di collegamento in grado di generare nuove e stabili relazioni». La lingua ha però un ruolo importantissimo. A Carloforte si parla il tabarchino, di origine genovese, una presenza del tutto particolare, condivisa con la vicina Calasetta sull’isola di Sant’Antioco. «Non basta dire che ci sono legami tra comunità. Servono iniziative concrete per rafforzare i rapporti, conoscerci meglio, tanto più che a differenza delle altre due edizioni stavolta rimaniamo in Sardegna. Tutto questo in un contesto sempre più europeo».
«Siamo felici e onorati di poter partecipare a questo progetto – afferma Betti Di Bernardo, vicesindaca di Carloforte –. La storia, la cultura, le tradizioni fanno parte integrante della nostra identità e siamo onorati che sia Carloforte il fulcro di questa iniziativa. Come amministrazione comunale, insieme alle varie associazioni locali, siamo pronti a fornire tutto il sostegno necessario – afferma la vicesindaca –. Noi tabarchini siamo capaci in queste occasioni di unirci e fare gruppo. Daremo il meglio di noi stessi per la buona riuscita dell'iniziativa».
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