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10 Aprile 2025

Trump Sospende i dazi per 90 Giorni, ma punisce la cina con tariffe shock

Il presidente Donald Trump ha annunciato ieri sera sulla sua piattaforma social Truth la sospensione immediata e per un periodo di tre mesi dei dazi reciproci verso tutti i Paesi che hanno espresso la volontà di negoziare accordi commerciali

In un repentino cambio di rotta, che ha colto di sorpresa i mercati e gli analisti internazionali, il presidente Donald Trump ha annunciato ieri sera sulla sua piattaforma social Truth la sospensione immediata e per un periodo di tre mesi dei dazi reciproci verso tutti i Paesi che hanno espresso la volontà di negoziare accordi commerciali. La mossa, giunta nel giorno stesso dell'entrata in vigore delle nuove tariffe, mantiene tuttavia per tutti una tariffa base del 10%.

La Cina, rea di aver reagito con l'annuncio di dazi dell'84% sul made in Usa, è stata invece duramente colpita dalla rappresaglia americana, con l'imposizione di tariffe che potranno raggiungere un picco del 125%.

La formula dei dazi di Trump | MATEpristem

L'inatteso dietrofront del tycoon ha avuto un effetto immediato e galvanizzante sulla Borsa di New York, che ha registrato un'impennata dopo una giornata caratterizzata da forte volatilità.

La decisione di Trump sembra essere il risultato di crescenti pressioni provenienti da diversi fronti. I CEO di Wall Street e della Silicon Valley, influenti donatori repubblicani e numerosi esponenti del suo stesso partito avevano espresso crescente preoccupazione per le conseguenze negative della guerra commerciale. A pesare sulla decisione del presidente anche il recente crollo dei mercati finanziari, acuito dall'allarme sulla tenuta dei titoli di Stato americani, che aveva messo in discussione il loro status di porto sicuro.

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I novanta giorni di sospensione dei dazi offriranno una finestra temporale per avviare negoziati senza l'immediata destabilizzazione dei mercati. Tuttavia, la profonda frattura tra le due maggiori economie mondiali, Stati Uniti e Cina, continua a rappresentare un'ombra inquietante sullo scenario economico globale.

Solo poche ore prima dell'annuncio shock, durante una cena del Grand Old Party, Donald Trump aveva ostentato sicurezza e persino tracotanza sull'efficacia della sua politica commerciale. Utilizzando un linguaggio colorito e sprezzante, aveva dichiarato: «Vi assicuro che almeno 70 Paesi mi stanno chiamando per baciarmi il c... e muoiono dalla voglia di raggiungere un accordo. Per favore, per favore signore, fate un accordo. Farò qualsiasi cosa, signore», aveva aggiunto, imitando un leader straniero supplichevole. «So dannatamente bene quello che sto facendo», aveva poi garantito, difendendo con veemenza la sua guerra commerciale.

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Le sue parole del giorno successivo, diffuse sempre tramite Truth, hanno rappresentato una clamorosa smentita: «Non vogliamo necessariamente fare un accordo con loro. Siamo contenti di stare così, incassando i nostri due miliardi di dollari al giorno» dai dazi, aveva affermato Trump, lanciando l'ennesimo messaggio contraddittorio rispetto alle precedenti aperture negoziali, sue e dei suoi ministri.

Molti governi stranieri che avevano manifestato interesse per un dialogo commerciale si trovano ora in una fase di incertezza, in attesa di una risposta concreta da Washington. Perfino il premier israeliano Benyamin Netanyahu, finora l'unico leader straniero ricevuto alla Casa Bianca, era tornato a mani vuote nonostante avesse promesso di azzerare il deficit commerciale del suo Paese con gli Stati Uniti.

Trump aveva inoltre rincarato la dose, preannunciando imminenti «dazi importanti» sui prodotti farmaceutici con l'obiettivo di riportare la produzione negli Usa e abbassare i prezzi. Una mossa che avrebbe avuto ripercussioni negative anche per l'Italia, che vanta un importante settore farmaceutico ed esporta significativamente negli Stati Uniti.

L'intervento alla cena del partito era visto anche come un tentativo di disinnescare la crescente fronda interna sulle tariffe e sul bilancio, con i conservatori fiscali pronti a bloccare il disegno di legge del Senato giudicato insufficiente nei tagli alla spesa pubblica.

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Ieri mattina, prima della svolta, Trump aveva cercato di rassicurare Wall Street con un messaggio su Truth: «State sereni. Andrà tutto per il meglio. Gli Usa saranno più grandi e migliori che mai. Questo è un ottimo momento per comprare».

Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, aveva lanciato messaggi contrastanti. Da un lato, aveva affermato che "Wall Street si è arricchita più che mai e può continuare a crescere, ma per i prossimi quattro anni l'obiettivo del presidente Trump è concentrarsi sull'economia reale. È il turno di Main Street". Dall'altro, aveva avvertito che allinearsi con la Cina sul commercio è "come tagliarsi la gola", accusando Pechino di "produrre e produrre e inondare" i mercati globali abbassando i prezzi.

Un chiaro avvertimento era stato lanciato anche all'Unione Europea, che proprio ieri aveva votato le sue contromisure contro la guerra dei dazi di Trump, e alla Spagna, il cui premier Pedro Sánchez è attualmente in viaggio verso Pechino.

La mossa a sorpresa di Trump apre ora uno scenario di incertezza e attesa. I prossimi novanta giorni saranno cruciali per capire se la tregua commerciale si tradurrà in negoziati concreti e in un allentamento delle tensioni globali, o se si tratterà solo di una pausa tattica in una guerra commerciale dalle conseguenze potenzialmente devastanti.

 

 

@Redazione Sintony News