Il consiglio comunale di Salò, che fu capitale della Repubblica Sociale Italiana negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, ha deciso di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La mozione, presentata da Tiberio Evoli, consigliere della maggioranza di centrosinistra, ha ottenuto 12 voti favorevoli. Tre consiglieri si sono espressi contro e uno si è astenuto, tutti appartenenti a liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d'Italia.
La cittadinanza onoraria era stata conferita al Duce nel maggio del 1924 dal commissario prefettizio Salvatore Punzo.
«Le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell'Italia e nella Salò di oggi» ha dichiarato Francesco Cagnini, ventinovenne sindaco della città, nell’annunciare la revoca. «Questa è un'iniziativa portata avanti da un'amministrazione guidata da un sindaco nato 50 anni dopo la liberazione del 1945, che non può quindi in nessun modo vedere questo passaggio come una contrapposizione ideologica, bensì come un momento unificante, che riafferma i valori di amore verso la libertà e la democrazia, veri cardini della nostra Carta costituzionale».
L'annuncio dell'approvazione della mozione è stato accolto con applausi, ma anche con qualche fischio. «Con la revoca ribadiamo i principi e i valori costituzionali che dovrebbero essere condivisi da tutti» ha proseguito il sindaco Cagnini, «più volte ribaditi anche di recente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e che sono altamente “civici”, ovvero patrimonio di tutti. Alla luce dei valori costituzionali e democratici che, come amministratori, siamo chiamati a rappresentare, Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò. La revoca è un passaggio che non merita ulteriori parole, giustificazioni né tantomeno giudizi. Andava semplicemente ed evidentemente fatta».
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