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20 Gennaio 2025

Italia, i nomi vietati e illegali che non si possono dare ai bambini

La questione si è ripresentata a seguito di una notizia arrivata dall’Inghilterra: una coppia, grande appassionata della serie tv Lucifer, aveva in mente di chiamare il figlio proprio Lucifer, cioè Lucifero

L’argomento della scelta dei nomi per i neonati è tanto affascinante quanto delicato, perchè un nome non è solo un’etichetta, ma un elemento fondamentale dell’identità personale. Le normative italiane e di altri paesi riflettono l'importanza di questo tema, cercando di bilanciare la libertà di scelta dei genitori con la tutela del benessere dei bambini.

In Italia, la legge 396/2000 disciplina le norme sui nomi, con particolare attenzione agli articoli 34 e 35, che vietano nomi ridicoli o offensivi, quindi qualunque nome che possa arrecare imbarazzo o disagio al bambino.

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Nomi non conformi al genere, pertanto il nome deve rispecchiare il genere del neonato, salvo eccezioni per nomi unisex.

Nomi di genitori o fratelli viventi per evitare confusioni familiari e sociali. Nomi ispirati a figure controverse come, ad esempio, Benito Mussolini, Adolf Hitler o Bin Laden.

Nomi derivati da marchi o personaggi di fantasia come Ikea, Nutella, Goku o Biancaneve.

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In altri paesi, le regole possono essere ancora più restrittive. In Nuova Zelanda sono vietati nomi come "Lucifer", "Messiah" o titoli nobiliari come "King". In Germania non sono consentiti nomi che non chiariscano il genere del bambino o che possano essere ambigui. In Islanda è obbligatorio scegliere nomi presenti in un apposito registro nazionale.

Mentre in Francia i nomi sono controllati dai funzionari di stato civile e possono essere rifiutati se ritenuti dannosi.

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La questione si è ripresentata a seguito di una notizia arrivata dall’Inghilterra: una coppia, grande appassionata della serie tv Lucifer, aveva in mente di chiamare il figlio proprio Lucifer, cioè Lucifero. Mentre in Inghilterra la scelta è legale, ha suscitato critiche sociali, evidenziando l'importanza dell’accettazione culturale oltre alla normativa.

 

 

@Redazione Sintony News