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25 Ottobre 2024

In Sardegna il 33% dei pensionati vive con meno di 750 euro e spesso rinuncia alle cure

Oggi la mobilitazione della Cgil: "Anziani costretti a sostenere figli e nipoti senza lavoro e colpiti dall'inflazione, mentre il governo propone aumenti irrisori"

Il 33% dei pensionati sardi percepisce una pensione tra i 500 e i 749 euro al mese, una somma che spesso costringe molti a rinunciare alle cure e ai servizi essenziali. La situazione è aggravata dalla carenza di medici di famiglia, diminuiti del 34,2% negli ultimi anni. Questi dati allarmanti sono al centro della mobilitazione organizzata dallo Spi Cgil, prevista per oggi 25 ottobre a Cagliari, in piazza Garibaldi alle ore 10, come parte di una protesta nazionale contro la legge di bilancio del Governo Meloni. Alla manifestazione prenderà parte anche Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi Cgil.

Giacomo Migheli, segretario regionale dello Spi Sardegna, descrive un contesto esasperato di un'intera categoria:

"I pensionati e le pensionate sono allo stremo, il loro contributo al fisco è il doppio della media europea ma in cambio subiscono tagli ai servizi, alla sanità, al welfare e, da soli, con pensioni risicate, devono supportare le famiglie impoverite dall'assenza di lavoro, dalla precarietà, dall'inflazione, tre euro in più al mese secondo i calcoli del Sole24Ore per le pensioni minime, da 614 a 617 euro, un'offesa alla dignità che noi respingiamo, rivendicando provvedimenti incisivi".

La manovra economica del governo, che include una riduzione della rivalutazione delle pensioni, avrà effetti devastanti secondo la Cgil. Analisi del Centro studi della Cgil Sardegna stimano che una pensione mensile di 1.732 euro subirà un taglio di 968 euro l’anno. Le difficoltà aumentano per chi percepisce pensioni inferiori, con oltre il 20% degli anziani sardi che riceve meno di 500 euro mensili, e un ulteriore 33% tra 500 e 749 euro, secondo i dati Istat.

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Dati Inps indicano anche una media pensionistica inferiore rispetto al resto d’Italia, con evidenti disparità di genere: gli uomini in Sardegna percepiscono mediamente 1.599 euro mensili (contro i 1.897 euro della media nazionale), mentre le donne ricevono 830 euro, a fronte di una media nazionale di 989 euro.

Nel frattempo, molte famiglie sarde sopravvivono grazie al contributo dei pensionati, che si fanno carico di figli e nipoti precari, in un contesto in cui le politiche sul lavoro continuano a ostacolare l’ingresso dei giovani, bloccando il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione e incentivando i lavoratori più anziani a restare in servizio.

 

 

Marta Rachele Pusceddu