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25 Ottobre 2024

Filippo Turetta in aula ammette: «Ho premeditato l’omicidio di Giulia»

Turetta rivela di aver pianificato il rapimento e l’omicidio della ex fidanzata. Presente in aula il padre di Giulia Cecchettin, mentre assente la sorella Elena: «Da 11 mesi ho incubi»

Filippo Turetta, durante la seconda udienza del processo per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha ammesso di aver premeditato il crimine. Questo è il primo momento in cui il 22enne è uscito dal carcere di Verona, dove è detenuto da un anno dopo essere stato arrestato in Germania il 19 novembre 2023. La sua comparsa in aula ha segnato anche il faccia a faccia con Gino Cecchettin, padre di Giulia.

Turetta, prima di sedersi accanto ai suoi avvocati, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha guardato nervosamente attorno, evitando di incrociare lo sguardo di Cecchettin, che lo osservava con intensità.

Secondo quanto riportato dal suo legale, Turetta ha presentato un documento di 40 pagine in cui ha tentato di ricostruire i suoi ricordi e di integrare le dichiarazioni fatte durante gli interrogatori. Alla domanda su come stesse il suo assistito, l’avvocato Caruso ha dichiarato: "È un coniglio bagnato, si può dire?".

L’interrogatorio ha rivelato un Turetta nervoso, che ha balbettato e risposto con frasi confuse. Tuttavia, ha sostanzialmente ammesso le sue responsabilità, compresa la premeditazione del delitto, che aveva inizialmente negato. "Ho pensato di rapirla e toglierle la vita, ero confuso, volevo stare ancora con lei", ha spiegato il giovane, parlando di un periodo di grande angoscia. L’omicidio di Giulia è avvenuto l'11 novembre 2023, dopo che Turetta aveva iniziato a pianificare il delitto il 7 novembre.

Omicidio Cecchettin, Filippo Turetta ammette la premeditazione: “Volevo  rapirla, ucciderla e togliermi la vita”

Il 22enne ha raccontato di aver redatto una memoria per mettere ordine nei suoi pensieri, scrivendo in più occasioni, soprattutto nei mesi estivi. Ha ammesso di aver premeditato l’omicidio e di aver raccontato "una serie di bugie" nel primo interrogatorio. Ha confessato di aver stilato una lista di azioni da compiere, come prelevare denaro e nascondere la propria auto per non essere rintracciato.

In precedenti dichiarazioni, Turetta aveva affermato che lo scotch era stato acquistato per appendere manifesti e che i coltelli erano destinati a un suicidio. Tuttavia, le sue nuove ammissioni confermano le tesi accusatorie, rivelando che lo scotch serviva per legare Giulia e che i coltelli erano stati preparati prima dell'omicidio.

Durante l'interrogatorio, Turetta non ha mai pronunciato il nome di Giulia, nonostante le pesanti ammissioni. In aula, il silenzio era palpabile, con il pubblico ministero Andrea Petroni che cercava di ottenere risposte chiare, mentre Turetta continuava a esitare e balbettare.

Se Gino Cecchettin ha partecipato all’udienza, la sorella Elena ha scelto di non essere presente. Su Instagram ha spiegato la sua assenza: "Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi e il mio sonno è irrequieto". Ha aggiunto che seguirà il processo a distanza attraverso i suoi legali, ma ha scelto di non partecipare in aula.

 

 

Marta Rachele Pusceddu