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24 Ottobre 2024

Cinema, la nuova vita dell'ex carcere di Buoncammino

La vice sindaca Cristina Mancini e l’assessora alla Cultura Maria Francesca Chiappe hanno visitato il set della serie tv "Portobello" del regista Marco Bellocchio

L’ex carcere è un sito adatto per girare film e serie televisive, quindi interessante per l’industria cinematografica. È quanto hanno potuto appurare la vice sindaca Cristina Mancini e l'assessora alla Cultura, spettacolo e turismo, Maria Francesca Chiappe, in visita all’ex carcere di Buoncammino, set della serie tv Rai "Portobello", prodotta da Our Films Spa e Kavac Film Srl, e girata in parte in Sardegna. La serie, ambientata negli anni '80, racconta la vicenda giudiziaria di cui fu vittima Enzo Tortora, noto giornalista, conduttore e autore televisivo.

Nuova vita per l'ex carcere di Buoncammino: appena concluse le riprese  della serie tv “Portobello” di Marco Bellocchio - S&H Magazine

In rappresentanza dell'amministrazione, Mancini e Chiappe hanno incontrato il regista Marco Bellocchio al lavoro durante alcune riprese, immergendosi nel set cinematografico all'interno dell'ex carcere, chiuso nel 2014. Qui, le celle sono state sceneggiate e riallestite per la serie, che ha coinvolto un centinaio di persone, tra staff della produzione e comparse. Le riprese sono appena finite a Cagliari e continueranno nei prossimi giorni a Oristano e Sassari, con l’impegno e il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission della Regione Sardegna. 

Carcere di Buoncammino set cinematografico, la visita di vice sindaca e  assessora

“Assistere a come si gira una scena in soggettiva, con la stessa prospettiva del regista, è stato emozionante - dichiara Maria Francesca Chiappe -; da giornalista, ho visitato in passato il carcere con i detenuti mentre in questa occasione l’ho visto brulicante di vita. Possiamo veramente parlare di una nuova prospettiva per Buoncammino: parlando con gli esponenti della produzione, è emerso quanto il carcere si presti come location per girare film e serie televisive. Questo dovrebbe rafforzarci nell’idea di non cambiare il volto del carcere e prevedere, oltre al museo, una nuova fruizione di questo bene storico e identitario”.

 

 

@Redazione Sintony News