Netflix torna a raccontare i crimini più scioccanti della storia americana con Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez", il nuovo capitolo dell'antologia creata da Ryan Murphy e Ian Brennan. Dopo il clamoroso successo della serie su Jeffrey Dahmer del 2022, la piattaforma di streaming si concentra ora su un altro caso che ha segnato profondamente l'opinione pubblica: l'omicidio dei genitori Menendez, avvenuto nel 1989 per mano dei loro stessi figli.
I dettagli della nuova serie
La serie, firmata dal celebre duo di creatori Murphy-Brennan, si distingue per la sua capacità di andare oltre i fatti brutali, indagando il contesto familiare che ha preceduto i crimini. "Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez" punta a raccontare le dinamiche interne alla famiglia Menendez, gettando luce sui presunti abusi che, secondo i fratelli, avrebbero portato all'omicidio dei genitori. L'obiettivo è offrire una visione complessa della vicenda, evitando la semplificazione tipica di molti casi di cronaca nera.
Il cast della serie è stellare: Nicholas Chavez e Cooper Koch interpretano i fratelli Lyle ed Erik Menendez, mentre il premio Oscar Javier Bardem veste i panni del padre, José Menendez. Chloë Sevigny è Kitty Menendez, la madre, e Nathan Lane interpreta il giornalista Dominick Dunne. Il cast comprende anche Dallas Roberts nel ruolo dello psicologo Jerome Oziel e Leslie Grossman in quello della sua amante, Judalon Smyth.
La vera storia dietro la serie
La vicenda dei fratelli Menendez risale al 1989, quando Lyle ed Erik furono arrestati per l'omicidio dei loro genitori, José e Kitty Menendez, avvenuto nella loro villa di Beverly Hills. Armati di fucili da caccia, i fratelli uccisero brutalmente il padre con un colpo alla nuca e la madre con ripetuti colpi, in un’esecuzione che lasciò il mondo sconvolto. Dopo il delitto, i due tentarono di costruirsi un alibi, fingendo di essere stati al cinema durante l’omicidio, ma i loro comportamenti successivi sollevarono sospetti. In particolare, lo stile di vita sfarzoso e disinvolto che adottarono subito dopo la morte dei genitori — fatto di spese folli, viaggi, e l’ingresso nel tennis professionale — attirò l'attenzione delle autorità.
La svolta nelle indagini arrivò grazie a Judalon Smyth, amante dello psicologo di Erik, Jerome Oziel. La donna rivelò alla polizia che Erik aveva confessato gli omicidi durante una seduta di terapia. Le registrazioni delle sedute divennero l’elemento chiave per l’arresto dei fratelli nel marzo del 1990, dando inizio a una lunga battaglia legale sull'ammissibilità delle prove, essendo state raccolte in un contesto terapeutico.
Un processo che ha diviso l'America
Il processo Menendez, trasmesso in diretta televisiva, divenne un fenomeno mediatico di portata internazionale. La difesa dei fratelli si basò sulla tesi che Lyle ed Erik fossero vittime di abusi fisici, emotivi e sessuali perpetrati dal padre José, e che l'omicidio fosse stato un atto di legittima difesa, dettato dalla paura e dalla disperazione. L'accusa, però, dipinse i due fratelli come assassini freddi e calcolatori, mossi dal desiderio di impossessarsi della ricca eredità familiare.
Il pubblico si divise: da un lato chi vedeva nei Menendez due giovani vittime di un ambiente familiare tossico, dall'altro chi li considerava spietati assassini motivati dall’avidità. Il processo culminò nel 1996, quando Lyle ed Erik furono condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. La sentenza lasciò molti insoddisfatti, confermando quanto la vicenda avesse scosso la società americana.
Una storia che continua a far discutere
Anche oggi, i fratelli Menendez stanno scontando la loro pena in prigioni diverse, ma il caso non ha mai smesso di far parlare di sé, generando dibattiti, studi e documentari. Con Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez", Netflix riporta alla ribalta uno dei casi più controversi della cronaca nera americana, offrendo al pubblico un'analisi più profonda e complessa delle dinamiche familiari e psicologiche che hanno portato a quell’atto estremo.
Il nuovo capitolo della serie di Ryan Murphy si annuncia come un altro successo, capace di esplorare il lato oscuro dell’animo umano e di stimolare riflessioni sulle radici della violenza e del trauma familiare.