Si tratta di un passo fondamentale verso la sostenibilità e la riduzione dei rifiuti. È la nuova direttiva europea sul diritto alla riparazione. Questa iniziativa mira a facilitare e incentivare la riparazione dei beni di consumo, piuttosto che la loro sostituzione, riducendo così sia i costi per i consumatori sia l'impatto ambientale.
Attualmente, gli europei perdono circa 12 miliardi di euro ogni anno sostituendo prodotti che potrebbero essere riparati. La direttiva mira a ridurre questa cifra, promuovendo la riparazione dei beni. Lo smaltimento dei prodotti sostituiti prematuramente è altamente inquinante, consumando 30 milioni di tonnellate di risorse e generando 35 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. La direttiva intende ridurre significativamente questi numeri.
La direttiva obbliga i fabbricanti e i venditori a fornire la possibilità di riparare i beni e non solo sostituirli, promuovendo un ciclo di vita più lungo per i prodotti.
La direttiva copre i "beni di consumo" definiti dalla direttiva Ue 771 del 2019. Questo include i beni mobili materiali, e quindi qualsiasi oggetto fisico che può essere spostato, beni mobili materiali con contenuti o servizi digitali (oggetti fisici che incorporano o sono interconnessi con contenuti o servizi digitali).
I pezzi di ricambio potranno essere inviati anche a centri di assistenza di terze parti, ampliando le opzioni di riparazione disponibili per i consumatori.
Se un consumatore sceglie di riparare un prodotto anziché sostituirlo, avrà diritto a un anno in più di garanzia sul prodotto riparato.
I costi devono essere dichiarati in modo "ragionevole" al momento della consegna del dispositivo. Se non è possibile prevedere la cifra esatta, è necessario fornire un costo massimo.
Il prodotto riparato deve essere restituito entro 30 giorni. Durante questo periodo, il consumatore ha il diritto di ricevere un prodotto sostitutivo.
La Commissione europea lancerà una piattaforma online dove i cittadini potranno trovare i centri di riparazione più vicini e i venditori di prodotti usati. Ogni Stato membro creerà un sito locale dedicato.
Con la nuova direttiva, cade quindi il divieto di utilizzare componenti creati in modo indipendente o con stampa 3D. I produttori ufficiali non potranno rifiutarsi di riparare un dispositivo solo perché è stato "manipolato" da terzi.
Gli Stati membri dell'Unione Europea avranno 24 mesi di tempo per recepire la direttiva nel diritto nazionale. Questo processo trasformerà il modo di consumare, rendendo più facile per tutti riparare i propri beni e contribuendo allo sviluppo dell'intero ecosistema di riparazione, riutilizzo e ristrutturazione.
La direttiva sul diritto alla riparazione rappresenta un importante passo avanti verso un'Europa più sostenibile e climaticamente neutra. Incoraggiando la riparazione piuttosto che la sostituzione, si riducono i costi per i consumatori e l'impatto ambientale, promuovendo un'economia più circolare e responsabile.
@Redazione Sintony News