Da gennaio 2025, Milano darà una svolta decisiva contro il fumo, estendendo il divieto anche agli spazi all'aperto. Questa mossa renderà la città una delle prime a essere completamente libera dal fumo, anticipando i recenti provvedimenti di Torino.
Attualmente, Milano segue divieti simili a quelli di Torino, che ha appena introdotto il divieto di fumare a meno di 5 metri da altre persone. Tuttavia, a partire dal 2025, il divieto sarà ancora più ampio: tutte le sigarette saranno bandite negli spazi pubblici, compresi parchi, strade e piazze, salvo in luoghi isolati dove sia possibile mantenere una distanza di almeno 10 metri dagli altri.
Queste restrizioni sono state introdotte nel Regolamento per la qualità dell'aria del Comune già nel 2020 e attuate gradualmente. Ad esempio, dal gennaio 2021, è vietato fumare nelle aree verdi pubbliche, alle fermate dei mezzi pubblici, nei cimiteri, nei centri sportivi e altre aree specifiche.
L'uso delle sigarette elettroniche non è ancora vietato, nemmeno negli spazi senza fumo, offrendo un'alternativa agli interessati.
Le sanzioni per chi viola queste regole vanno da 40 a 240 euro, ma al momento non c'è una lista delle multe emesse. Inizialmente, l'obiettivo del Comune era più di dissuadere i cittadini che di punirli.
Il Regolamento sottolinea i danni causati dal fumo sull'inquinamento atmosferico, che colpisce Milano e l'intera Pianura Padana. La combustione di tabacco contribuisce ad aumentare i livelli di sostanze inquinanti nell’aria. Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha più volte spiegato che la sigaretta «emette polveri fini e ultrafini (Pm10 e Pm2.5) dannose per la salute in misura superiore anche ai più grossi motori. Una sigaretta inquina tre volte più di un tir e servono appena cinque sigarette per inquinare quanto una locomotiva». Uno studio condotto nel 2015 dall’Istituto ha evidenziato che nelle serate estive, a causa dei fumatori all’aperto, c’è più inquinamento da Pm2.5 nelle vie pedonali di Brera che nelle vicine vie trafficate.
Marta Rachele Pusceddu