I risultati dello studio condotto dall'Università Bicocca in collaborazione con Hasbro rivelano come i bambini vivono il tempo d'attesa prima dell'arrivo di Babbo Natale: ecco le statistiche
I bambini sono ancora capaci di attendere: infatti non hanno la frenesia del tutto e subito, che invece, è caratteristica dei genitori. Nonostante abbiano dimestichezza con la tecnologia, e il mondo per loro si sia infinitamente velocizzato, c'è qualcosa che rimane ancora in quel tempo sospeso, magico, lento. È l'attesa di Babbo Natale con il suo sacco pieno di doni.
A darne la conferma è stato uno studio condotto dal Professore di Pedagogia Generale dell’Università di Milano Bicocca, Raffaele Mantegazza, che, in collaborazione con Hasbro, ha indagato su come vivono le famiglie italiane l’attesa e in particolare i giorni antecedenti al Natale.
Per i bambini, quell’estenuante attesa è, in realtà, momento di gioia, oltre che l’elemento chiave per la formazione del bambino: utile a riconoscere le emozioni generate dall’attesa, dalla tensione ma anche dalla speranza e dal desiderio, oltre che nella costruzione dell’autostima e nella comprensione di ciò che realmente si desidera.
Pur essendo privo di sovrastrutture, il bambino ha la capacità di godersi questi momenti: amano l’elemento sorpresa, ricorrente nel rapporto tra adulti e bambini.
L’indagine della Bicocca ha coinvolto 1.117 nuclei familiari, con il fine di scoprire quanto i giorni che ci separano dalla vigilia siano ancora vissuti con sana impazienza.
I risultati sono abbastanza rassicuranti: 7 bambini su 10 confermano di vivere ancora con intensità e desiderio il tempo dell’attesa e chiedono agli adulti di imparare a contenere queste emozioni. In particolare, il 73% dei bimbi coinvolti racconta di provare forti emozioni nel contesto dell’attesa, pregustandosi, ognuno a modo suo, il momento in cui sarà finita. Se, invece, è l’intero nucleo familiare ad attendere il tanto atteso momento dell’apertura dei regali, nel 56% dei casi l’attesa viene vissuta positivamente e collettivamente, condividendo quegli attimi di sano divertimento tutti insieme.
Se l’attesa riguarda solo gli adulti, l’esempio dato ai più piccoli non è dei migliori: ricevuto un regalo, infatti, il 70% lo apre immediatamente, senza il minimo indugio. È emerso che, solo l’11% preferisce aspettare, anche solo per il piacere di chiedersi genuinamente quale sia il contenuto del dono.
Nel gioco delle parti dei regali, tra sorprese e liste, Babbo Natale risponde molto bene ai tanti desideri espressi riuscendo a piazzare sotto l’albero giocattoli spesso inaspettati (54%),anche se il 61% dei bambini sa già che giochi chiedere per il 25 dicembre.
Il Professor Mantegazza, si chiede: “Che cosa ci dice tutto ciò a proposito dei regali da fare ai bambini e ai ragazzi?”.
Lo stesso ha risposto: “Anzitutto che un regalo è sempre ritualizzato, ovvero deve sempre essere inserito in un contesto emotivo e affettivo rispetto al quale il tempo ha la sua importanza. Banalizzare il regalo senza circondarlo da una situazione spaziotemporale che lo valorizzi rischia di fargli perdere parte della sua magia. Quindi il regalo può e forse deve essere scelto a partire dai desideri del bambino, ma questi desideri possono essere intuiti in modo diretto o indiretto e comunque la tipologia del regalo può sempre causare una sorpresa. Il colore, il modello, le caratteristiche esteriori possono andare al di là di quello che il bambino desidera, insegnandogli anche la potenza dell'immaginazione”.
@Redazione Sintony News