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11 Ottobre 2023

Giornata del coming out: i 64 Paesi in cui l'omosessualità è illegale

Giornata del coming out: la situazione nei 64 Paesi in cui essere gay è illegale

Attualmente in 64 Paesi del mondo essere gay è illegale e può generare conseguenze come la prigione e, in alcuni casi, anche ad essere frustati e trattati diversamente a livello sanitario. Secondo il report di ILGA World, in alcuni Stati, come Iran e Arabia Saudita, viene istituita anche la pena di morte. Tuttavia va precisato che, anche se in molti Paesi gli atti sessuali consensuali tra persone dell'omonimo sesso sono legali, la stigmatizzazione sociale delle persone percepite come non eterosessuali o non cisgender superi il limite. Anche per tale motivazione è nata la giornata mondiale del coming out, festeggiata ogni 11 ottobre dal 1988, quando negli Stati Uniti, per merito dello psicologo Robert Eichberg e alla politica e attivista LGBT Jean O'Leary, fu scelto questo giorno per ricordare la cosiddetta “Grande Marcia”, inscenata a Washington nel 1987 per ottenere i diritti per le persone lesbiche e gay. 

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Secondo i dati di ILGA World, la maggior parte dei Paesi in Africa vede l'omosessualità come un crimine: sono infatti ben 32 su 54 quelli che la puniscono con la prigione e una condanna spesso non definita. I Paesi in questione sono l’Egitto, l’Etiopia, la Namibia, la Somalia ed Eswatini. Anche i Paesi del Nordafrica non lasciano scampo al coming out: si passa dai tre anni di Marocco e Tunisia ai 2 dell’Algeria fino ai 5 della Libia. Tra le pene più gravi, emerge il rischio di passare l’intera vita in prigione, come in Sudan, Gambia, Sierra Leone, Tanzania, Uganda e Zambia, o di essere frustati, come invece avviene in Nigeria dove già c'è la possibilità di passare 21 anni in carcere.

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In America la situazione in alcuni stati non è migliore, in quanto ci sono Paesi che ancora oggi non accettano il coming out. Uno di questi è la Guyana, in cui la denuncia di rapporti sessuali tra persone dello stesso genere comporterebbe una vita dietro le sbarre. In altri Paesi come la Giamaica (10 anni o i lavori forzati); la Grenada (10 anni); Saint Lucia (10 anni) e anche la Dominica dove, oltre al rischio di passare 10 anni in carcere, c’è anche la possibilità  di essere sottoposti un trattamento psichiatrico obbligatorio, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia eliminato l’omosessualità dalla classificazione delle psicopatologie già dal 1990.

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La situazione non è delle migliori anche in Asia, dove quasi il 50% (ben 20 su 42) sono i Paesi che puniscono l’omosessualità. Tra le punizioni più crudeli, troviamo quelle inflitte in Paesi come Iran e Arabia Saudita, in cui c'è il rischio di incorrere nella pena di morte, la permanenza in carcere può essere sconosciuta e in aggiunta c'è anche la fustigazione. La medesima punizione è presente anche in Yemen oppure si può incorrere in 3 anni di carcere. Gravi anche i rischi che corrono coloro che denunciano rapporti omosessuali consensuali in Pakistan, dove si può passare la vita in prigione, e soprattutto in Afghanistan a seguito del ripristino della legge della Sharia dal ritorno dei Talebani a Kabul.

Alessandro Paolo Porrà