Israele dichiara lo stato di guerra e si prepara ad un conflitto di lunga durata, compresa la probabile operazione di terra a Gaza, al cui confine si sta ingrossando lo schieramento di carri armati. Sono queste "le significative azioni militari" votate dal Consiglio di sicurezza del governo Netanyahu che il premier aveva preannunciato a poche ore dall'attacco nemico evocando "una campagna di un'irruenza e un'ampiezza mai vista finora". Senza dimenticare il crescente nervosismo al nord con gli Hezbollah - alleati come Hamas dell'Iran - dove oggi ci sono stati scambi di colpi tra i due versanti.
A testimoniare la forza dello scontro in atto parlano le cifre: in Israele le vittime dei raid di Hamas, comprese quelle del terribile massacro del rave party israeliano alla frontiera, sono arrivate ad oltre 700. Dei circa 2.500 feriti, molti sono gravi. E all'appello mancano ancora in centinaia. Tel Aviv e Gerusalemme appaiano città fantasma, con la popolazione barricata in casa dopo la pioggia di razzi di sabato. Il Paese sta chiudendo: le compagnie aeree una dopo l'altra stanno cancellando i voli da e per l'aeroporto Ben Gurion. Molti turisti, non solo italiani, sono rimasti bloccati. Sull'altro versante, quello di Gaza, i morti sotto gli attacchi furiosi dell'aviazione israeliana sono arrivati ad oltre 400 tra civili e miliziani, con 2.300 feriti. Prima di qualsiasi azione di terra, l'esercito israeliano deve liquidare le sacche di resistenza al confine con la Striscia, dove sono ancora in corso scontri tra miliziani di Hamas e soldati. Per stessa ammissione del portavoce militare Danel Hagari, a 48 ore dall'attacco "le forze di Hamas rimangono in territorio israeliano".
"Più di 500 obiettivi" di Hamas sono stati colpiti nella notte tra da attacchi aerei e colpi di artiglieria nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato l'esercito israeliano. "Durante la notte, aerei da combattimento, elicotteri, aerei e artiglieria hanno colpito più di 500 obiettivi dei terroristi di Hamas e della Jihad islamica", ha affermato l'esercito in un comunicato
Ieri Netanyahu ha nominato il generale in pensione Gal Hirsch "coordinatore per i prigionieri e i dispersi" con il compito di occuparsi della vicenda con pieni poteri, mentre l'esercito ha creato una sorta di unità di crisi per cercare di localizzarli. Nessun governo democratico al mondo può muoversi liberamente con il fardello di oltre 100 ostaggi in mano nemica. Lo Stato ebraico ha formalmente negato ogni trattativa con Hamas, sia sul conflitto sia sugli ostaggi. "Israele non sta conducendo alcun negoziato con Hamas tramite l'Egitto", hanno detto fonti ufficiali aggiungendo che "per ora" si stanno combattendo "i terroristi che sono sul suolo israeliano. Non siamo coinvolti fino ad ora in alcuna trattativa sugli ostaggi".
Redazione sintony.it