Un’autentica strage. 6mila morti che potrebbero arrivare a 10mila. Non ancora quantificati i dispersi che sarebbero migliaia. Le violente inondazioni provocate dalle piogge torrenziali innescate dal passaggio dell’uragano Daniel hanno provocato un disastro umanitario senza precedenti nella Cirenaica, nella Libia orientale, dove secondo le autorità di Bengasi i morti sono saliti almeno a 6mila dopo una prima valutazione di oltre 2.500 vittime, ma potrebbero diventare diecimila e oltre, perché le persone che mancano all’appello sono di fatto un numero indefinito.
In particolare, ad essere stata investita dalle acque è la città di Derna, dove le persone travolte dall'alluvione sarebbero almeno 6mila le persone, come riporta la tv araba Al Hadath che cita fonti locali. Al Hadath mostra alcuni video dove si vedono cadaveri ammucchiati e accatastati per le strade in attesa di essere sepolti. A complicare la situazione è stato il crollo simultaneo di due dighe, in una zona, tra l’altro, ricca di risorse petrolifere.
A Tripoli il primo ministro del Governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, ha decretato tre giorni di lutto, mentre da parte sua il premier Hammad ha annunciato due giorni festivi per tutti i settori dell'est del Paese, a eccezione dei servizi di sicurezza, sanitari e di emergenza. Queste aree nell'est della Libia ospitano i principali giacimenti e terminali petroliferi: la National Petroleum Company (Noc) ha annunciato lo stato di massima allerta e la sospensione dei voli tra i siti di produzione dove l'attività è stata drasticamente ridotta.
In un messaggio, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso “profonda tristezza e sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell'amico popolo libico” per gli effetti delle inondazioni delle ultime ore, mentre l'Italia si mobilità al pari di molti altri Paesi. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha invece parlato al telefono con il generale Khalifa Haftar. Nel corso della telefonata il presidente del Consiglio italiano ha rinnovato le sue personali condoglianze e la solidarietà del Governo e del popolo italiano per l'emergenza in corso nel Paese.
Intanto è atterrato in Libia il team di soccorso italiano, composto da personale del nostro Dipartimento della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, del Comando operativo di Vertice interforze e del ministero degli Affari esteri. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha chiarito che “il team opererà, d'intesa con le autorità locali nella zona orientale del Paese nordafricano. Avrà il compito – ha detto - di valutare la situazione nella zona in cui potrà dispiegarsi l’impegno italiano e acquisire tutte le informazioni necessarie per l’organizzazione di un intervento strutturato già a partire dai prossimi giorni’’.
A livello di solidarietà internazionale, oltre all'Italia c'è n campo anche la Francia. In un messaggio sui social il presidente tunisino Kais Saied ha fatto sapere di aver «autorizzato il coordinamento immediato con le autorità libiche per gli aiuti di urgenza dispiegando i mezzi umani e logistici necessari». Oltre a questi Paesi, si stanno muovendo anche l’Egitto e il Qatar. L'Algeria, da parte sua, ha annunciato un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare aiuti umanitari, mentre la Turchia ha fatto decollare tre aerei carichi di aiuti umanitari per il “Paese amico fraterno”. L’Unsmil, la Missione delle Nazioni Unite di sostegno alla Libia, ha annunciato che sta seguendo da vicino l’emergenza causata dall’uragano Daniel. dicendosi pronta a fornire assistenza umanitaria urgente per integrare gli sforzi nazionali e locali.
Descritta dagli esperti come un «fenomeno estremo per la quantità di acqua caduta», la tempesta aveva colpito nei giorni scorsi anche Grecia, Turchia e Bulgaria, uccidendo almeno 27 persone. Poi, dopo avere scaricato nei scorsi giorni intense precipitazioni in mare, nel weekend appena trascorso ha raggiunto la terra in Cirenaica, allagando un’area vastissima che va da Bengasi, dove è stato imposto il coprifuoco e le scuole sono chiuse, a El Beida, con venti che hanno raggiunto i 180 chilometri orari, secondo il Centro meteorologico arabo regionale.
Le precipitazioni sono state stimate tra i 50 e i 250 millimetri. Secondo il Centro nazionale di meteorologia libico, la tempesta dovrebbe spostarsi sempre più a est, intorno alle zone di Jaghbub, e raggiungere le regioni al confine con l’Egitto.
Redazione sintony.it