La commissione Urbanistica del Consiglio regionale ha dato il via libera all’emendamento del Collegato alla Finanziaria sulla revisione del Piano paesaggistico e sulla concessione di nuove volumetrie per gli alberghi davanti al mare. Si tratta di aumenti del 25 per cento per le nuove strutture e del 15 per quelle già esistenti, ma senza aumenti di posti letto. Il testo qualche giorno prima di ferragosto aveva fatto vacillare la maggioranza in Consiglio, e viste le divergenze in materia così delicata, scottante il centrodestra aveva deciso di rinviare di qualche settimana la votazione.
Ieri mattina (23 agosto) è arrivato l’ok definitivo dopo le audizioni tra il presidente dell’Anci Emiliano Deiana (che, assente, ha inviato una nota molto dettagliata), il presidente dell’Ance Pierpaolo Tilocca, e i rappresentanti della Rete delle professioni tecniche della Sardegna e dell’Ordine dei geologi, e con le associazioni Legambiente, Gruppo di intervento giuridico, Italia Nostra e Wwf Sardegna.
L’emendamento adesso tornerà all’esame dell’intero Consiglio regionale per essere votato. La data della discussione non è stata ancora fissata ma non si potrà tardare perché il Collegato alla Finanziaria 2023 è in forte ritardo, e il rischio di una Finanziaria licenziata in campagna elettorale si fa sempre più concreto. Il testo correttivo prevede che i nuovi alberghi a cinque stelle (anche sul mare) riceveranno un incremento volumetrico del 25 per cento mentre quelli già esistenti potranno del 15 per cento, senza però aumento dei posti letto. L'incremento dovrà essere comunque finalizzato alla riqualificazione generale del complesso edilizio e delle aree di pertinenza, non deve comportare l’aumento delle superfici impermeabili e non deve essere realizzato verso il mare.
Bocciatura senza appello e carte alla mano è arrivata da Stefano Deliperi (ascolta il podcast), presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico. Sentito da Radio Sintony ha detto: “La giurisprudenza costituzionale dal 2015 a oggi ha ribadito tre volte che nelle fasce costiere ogni modifica deve passare attraverso il Piano paesistico regionale. E se anche non sarà il governo a opporsi a questa norma, lo farà magari un giudice. Piaccia o no, ormai questi principi sono patrimonio comune. Ci sono priorità più importanti, come servizi e trasporti, che invece – ha concluso Deliperi – sono assolutamente dimenticate da questa maggioranza”. Contraria anche Legambiente.
Redazione sintony.it