Il mare costiero non sempre appare trasparente, cristallino e azzurro come ci aspetterebbe nelle condizioni ideali, ma spesso può essere caratterizzato da schiume e mucillagini che lo rendono meno apprezzabile. Nella maggior parte dei casi quando queste masse si formano, il primo pensiero che viene in mente è l'inquinamento di origine antropica. Ma in realtà, maggiormente si tratta di fenomeni naturali legati agli organismi marini.
Ma per essere più chiari: la schiuma è un composto che si genera da gas disperso in un liquido, di conseguenza si presenta sotto forma di bolle piene d'aria. Un esempio tangibile, sono i saponi che impieghiamo al bagno, ricchi di agenti tensioattivi in grado di ridurre la tensione superficiale dell'acqua, ossia quella forza che tiene unite le molecole del fluido generando una sorta di pellicola nello strato più elevato. È per questo motivo che agitando l'acqua ricca di sapone, l'aria si mischia più agevolmente e dà vita a grandi quantità di schiuma, sicuramente non tanto gradevoli in mare. Risultano diverse sostanze naturali prodotte da organismi marini in grado di agire come tensioattivi e dunque favorire la formazione di bolle, grazie alla spinta del vento, delle onde e magari del passaggio delle imbarcazioni.
Come specificato dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC), in alcuni casi le bolle della schiuma invece di scomparire rapidamente possono rimanere per diverse ore o addirittura per giorni, dando l'idea che in acqua possa esserci qualche composto chimico inquinante generato dall'uomo, ma in genere non è così, come dimostrano le costanti analisi condotte dagli esperti.
Nel documento si legge: “La stabilità della schiuma che si forma in mare dipende dal tipo di sostanze e dal tipo di organismi che si trovano in acqua, in genere è associata ad elevate concentrazioni di sostanza organica (incluse proteine, lignine e lipidi) derivanti da fioriture microalgali o da alghe macrofite. La composizione di schiuma in mare è generalmente una miscela di materiali organici decomposti, compreso zooplancton, fitoplancton, alghe (comprese le diatomee), batteri, funghi e protozoi. Questi composti possono agire come tensioattivi o agenti schiumogeni e conferiscono stabilità alla schiuma in mare”.
La stagionalità delle schiume, più comuni nei periodi caldi dell'anno, è invece legata anche al fatto che il maggior irraggiamento solare in primavera e in estate determina una maggiore produzione di fitoplancton e con essa le sostanze alla base del materiale.
Tuttavia, l'ARPAC ha specificato quali possono essere gli svantaggi della schiuma: "La schiuma intrinsecamente non costituisce un pericolo per l’uomo, ma per la sua stessa natura può concentrare sostanze inquinanti presenti in mare come idrocarburi, tensioattivi sintetici, pesticidi ed erbicidi e, in alcuni casi, può essere associata a fioriture microalgali tossiche”. Tra le alghe "inquinanti", che possono quindi portare alla produzione di schiume potenzialmente tossiche vi è la specie Ostreopsis ovata, le cui esplosioni (bloom) risultano in continua osservazione da parte degli esperti.
Inoltre, l'arrivo di acque reflue / nere è indice di rischio, in quanto contenenti una significativa concentrazione di batteri fecali come l'Escherichia coli.
Alessandro Paolo Porrà