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12 Aprile 2023

Maximulta ai vandali che imbrattano le opere d'arte

Giro di vite del governo, Sangiuliano: "Non è giusto che a pagare per il ripristino sia la collettività"

Giro di vite contro chi imbratta opere d'arte o compromette l'integrità di paesaggi, monumenti storici e beni artistici. Ieri l'ultimo atto di questa «battaglia» contro i moderni vandali. In Consiglio dei ministri, infatti, è stato presentato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, un disegno di legge che impone sanzioni amministrative nei confronti di atti vandalici contro il nostro patrimonio artistico. Sanzioni amministrative che vanno a completare il quadro sanzionatorio già previsto dall'articolo 518 del Codice penale.

 

Multe dai 20mila ai 60mila euro, per chi distrugge, deteriora o rende «in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali» e altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi «deturpa o imbratta» questi beni o destina «ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione» o «incompatibile con il loro carattere storico o artistico».

 

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Troppi ormai gli episodi di vandalismo contro i monumenti e l’arte, a partire da Palazzo Vecchio imbrattato da un eco attivista, la vernice nera versata sulla Barcaccia, in piazza di Spagna a Roma, i muro di Palazzo Madama, “Il Dito” di Maurizio Cattelan in Piazza Affari a Milano, Il seminatore di Van Gogh esposto a Palazzo Bonaparte a Milano. Senza dimenticare i blocchi stradali sul GRA a Roma, sulle autostrade e la “caldissima” estate 2022, quando gli ecoattivisti (che sarebbe più opportuno definire eco-vandali) hanno incrementato i loro ‘colpi’: hanno preso di mira la Primavera di Botticelli agli Uffizi di Firenze, il Museo del ‘900 di Milano, attaccando le mani alle Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Boccioni, la scultura ritratta sul retro della moneta da 20 centesimi. Ma ci sono anche le azioni nella Cappella degli Scrovegni a Padova da non dimenticare.

 

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«Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività», spiega lo stesso ministro Sangiuliano all'uscita da Palazzo Chigi. «Per ripulire occorrono l'intervento di personale altamente specializzato e l'utilizzo di macchinari molto costosi - spiega -. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale. Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, il ripristino della facciata del Senato è costato 40.000 euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona. Nello spirito della proposta di legge queste sanzioni amministrative vanno ad aggiungersi a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. «Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali» conclude Sangiuliano.

 

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La proposta va ad aggiungersi a due proposte di legge in attesa di esame. La prima, proposta dal senatore leghista Claudio Borghi, prevede di modificare l'articolo 518 del codice penale, in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e di poter anche ricorrere «all'articolo 381 del codice di procedura penale, sull'arresto facoltativo in flagranza. L'altra porta la firma del senatore di Fratelli d'Italia Marco Lisei e punta, invece, a estendere il reato previsto dall'articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, reato per il quale è prevista la reclusione da sei mesi a tre anni, e di poter applicare il Daspo urbano a questo tipo di condotte.

 

Il giro di vite proposto da Sangiuliano piace alla maggioranza. Da Salvini a Lupi, tanti esponenti della coalizione di centrodestra ieri hanno accolto con convinzione il ddl mentre a sinistra non sono mancate le riserve. Angelo Bonelli (Alleanza Verdi-Sinistra) parla di «governo forcaiolo», mentre Simona Malpezzi (Pd) definisce «grottesco» il ddl, dal momento che contro i vandali è intervenuta l'anno passato la legge Franceschini-Orlando.

Redazione sintony.it