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22 Marzo 2023

Evasione fiscale, Irene Pivetti a processo a Milano. Deve rispondere anche di autoriciclaggio

Nel mirino della Procura operazioni commerciali, come la compravendita di 3 Ferrari che, secondo l'ipotesi, sarebbero servite a nascondere illeciti fiscali

Autoriciclaggio ed evasione fiscale. Con queste accuse l’ex presidente della Camera dei Deputati, Irene Pivetti è stata rinviata a giudizio dal Tribunale di Milano che ha fatto luce su alcune operazioni commerciali risalenti al 2016 tra cui la compravendita di tre Ferrari gran Turismo, che sarebbero servite per ripulire denaro frutto di illeciti fiscali. Si è chiusa così l’udienza preliminare davanti al gup Fabrizio Filice il quale, oltre alla ex parlamentare e ora operatrice in una mensa sociale, ha disposto il rinvio a giudizio anche per il pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leonardo Leo Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore, Candido Giuseppe Mancaniello. Il processo si terrà a giugno.

 

Irene Pivetti, chiesto il processo per l'ex presidente della Camera  accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio - la Repubblica


"Questa vicenda è talmente complicata che non può che trovare in aula la soluzione. Siamo certi che dimostreremo la liceità delle operazioni effettuate», ha detto Filippo Cocco, l’avvocato della Pivetti. Nell’inchiesta, coordinata dal pm milanese Giovanni Tarzia e condotta dal Nucelo di polizia economico finanziaria della Gdf, viene ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del 2016 del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al Fisco (aveva un debito di 5 milioni) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari. Le auto sarebbero state al centro di una finta vendita al gruppo cinese Daohe per poi, invece, essere trasferite in Spagna, dove ci sarebbe stato il tentativo di venderle.

 

L’unico «bene effettivamente ceduto, ovvero passato» ai cinesi, ricostruisce il capo di imputazione, sarebbe stato «il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari». Se lo scopo di «Isolani e Mascoli» era quello «di dissimulare la proprietà dei beni e sottrarli» all’Erario, «l'obiettivo perseguito da Irene Pivetti" sarebbe stato quello «di acquistare il logo Isolani-Ferrari per cederlo a un prezzo dieci volte superiore al gruppo Dahoe, senza comparire in prima persona": per la Procura l’ex presidente della Camera, che lo scorso settembre si è vista confermare dalla Cassazione il sequestro di 3 milioni di euro, avrebbe comprato il marchio per 1,2 milioni di euro per poi rivenderlo alla società cinese a «10 milioni». Ora la vicenda verrà vagliata da un collegio di giudici: il prossimo 13 giugno si aprirà, infatti, il dibattimento davanti alla quarta sezione penale del Tribunale.

 

irene pivetti e' finita sotto inchiesta prima per le mascherine chirurgiche  e per frode fiscale - Cronache

 

Intanto, stamattina, sempre a Milano, c'è un altro procedimento a carico di Irene Pivetti. E’ stata fissata l'udienza davanti al Tribunale del Riesame per discutere l'appello avanzato dalla Procura di Busto Arsizio contro il rigetto da parte del gip della misura cautelare degli arresti domiciliari. Arresti chiesti dal pm Ciro Vittorio Caramore nell’inchiesta in cui l’allora terza carica più importante dello Stato risponde di frode nell’esercizio del commercio e frode in pubbliche forniture: attraverso la Only Italia, durante la prima ondata di Covid, avrebbe importato dalla Cina 15 milioni di mascherine ritenute non conformi e destinate alla Protezione Civile per 30 milioni di euro. Un caso che nel 2020 aveva dato il via a una indagine, scattata a Roma, passata per Milano e approdata infine nella cittadina in provincia di Varese. Risponde anche di autoriciclaggio. Gup rinvia a giudizio altri 5 (di Francesca Brunati e Igor Greganti).

Redazione sintony.it