A pochi giorni dalla celebrazione del Giorno della Memoria, Liliana Segre ricorda i la sua lunga prigionia ad Auschwitz e anche, giustamente, l’immagine non gradita di una comitiva "di un gruppo di ragazzi olandesi" che sotto la scritta Arbeit macht frei, entravano nel lager "ascoltando la musica e leccando un gelato". O di chi va in quei luoghi in pelliccia. Liliana Segre non ci sta e interviene con il suo consueto garbo: “I viaggi della Memoria non sono gite", ad Auschwitz "si va in silenzio, con vestiti adeguati", come "in un santuario", in "modo civile, religioso, nostalgico" e "magari avendo saltato la colazione del mattino". Applausi e solidarietà per lei dall’Aula di Palazzo Madama.
Poco prima che dal Senato arrivasse il via libera unanime al disegno di legge per un fondo a favore delle scuole superiori per visitare i campi di prigionia nazisti, Liliana Segre ha mandato un messaggio chiaro a chi si reca in quei luoghi di sterminio, dove lei è sopravvissuta e dove non ha voluto mai fare ritorno. In Senato, dove su proposta del presidente Ignazio La Russa il Giorno della memoria sarà ricordato alla vigilia, il 26 gennaio, la senatrice a vita ha rievocato quelle immagini.
Toccante l'intervento della Segre a Palazzo Madama: “Non sono mai ritornata là dove sono stata prigioniera. Non me la sono sentita. Una volta fui invitata, nel 1995, c'erano molti personaggi, ma non me la sono sentita. Quando poi ho letto e sentito alla radio la descrizione delle pellicce della regina di Olanda e di Berlusconi, in quel momento ho pensato: come sono contenta di non aver accettato questo invito. È vero, erano passati 50 anni, ma che a nessuno fosse venuto in mente di non mettere pelliccia”, ha detto in aula Liliana Segre.
Perché, ha spiegato, "anche oggi la preside di una scuola, che decida di portare i ragazzi a fare questo viaggio, non ha il coraggio di dire che i ragazzi che vanno d'inverno a visitare quei lager, in cui negli anni più freddi del 1900, il '43 e il '44, oltre che scheletriti, erano vestiti con le divise a righe di cotone rigenerati", dovrebbero andarci "avendo saltato, non so, la colazione del mattino, avendo un pochino voglia di mangiare. E a volte questi ragazzi con i selfie" dicono che "hanno fatto una gita. Io prego e imploro: andate a Lucca, a Gallipoli, in montagna, ad Auschwitz non si fa la gita. Si va silenziosi, come quando il 2 novembre una famiglia affezionata ai suoi morti va al cimitero", è il monito della Segre.
"Una volta ho visto un gruppo di ragazzi olandesi che andavano in gita a Auschwitz e avevano un grande gelato, la musica nelle orecchie e da quel cancello, ‘Arbeit macht frei’, entravano a ritmo di musica, leccando il gelato. Ho dovuto pensare che 6 milioni di morti erano morti invano. Non si va così a fare la gita ad Auschwitz, si va in silenzio, con vestiti adeguati. Non si va in gita, si va come a un santuario anche laicamente, a testa bassa e cercando di ricordare per non dimenticare la Shoah".
Diverse le iniziative previste per il Giorno della Memoria in tutto il Paese.
Redazione sintony.it