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8 Dicembre 2022

42 anni fa la morte di John Lennon, il suo assassino è ancora in carcere

Sono passati 42 anni dall'uccisione di John Lennon. Il suo assassino, Marc David Chapman, è ancora rinchiuso in un carcere di massima sicurezza a New York

8 dicembre 1980, ore 22:52. Mentre stava rincasando con la moglie Yoko Ono, John Lennon fu raggiunto da cinque colpi di pistola: quattro lo colpirono alla schiena, uno lo trapassò all'altezza dell'aorta. Pochi minuti dopo, alle 23:07, l'ora esatta del decesso della leggenda della musica mondiale. Un delitto che sconvolse i fan di tutto il mondo. A sparare all'ex cantante dei Beatles fu Marc David Chapman, un ragazzo di 25 anni, che di fatto venne arrestato sul luogo del delitto. Invece di fuggire, infatti, si era messo a leggere il libro di Salinger Il giovane Holden che aveva con sé. 

 

Sono passati 42 anni esatti da quello storico momento e l'assassino di John Lennon continua a scontare la proria pena al Green Haven Correctional Facility, un carcere di massima sicurezza di New York. Ma per quale motivo Chapman uccise Lennon? La spiegazione la diede 34 anni dopo: "Nella sua uccisione ho visto una via d’uscita, un modo facile per superare la mia depressione. Ero un nulla totale e il mio unico modo per diventare qualcuno era uccidere l’uomo più famoso del mondo, Lennon".

Chapman ebbe un'infanzia parecchio complicata: aveva un padre violento nei confronti della madre e privo di affetto nei suoi confronti, veniva bullizzato a scuola e dopo aver lasciato gli studi universitari tentò addirittura il suicidio, tanto da venire ricoverato in un reparto psichiatrico. Aveva due chiodi fissi: il romanzo di Salinger e i Beatles. E probabilmente non aveva visto di buon occhio la decisione di John Lennon di lasciare la band. Così, nell'autunno dell'80 iniziò a pianificarne l'uccisione

Ormai sessantasettenne, Chapman continua a scontare la sua pena nel carcere di massima sicurezza di New York e per dodici volte negli anni si è visto negare la richiesta di libertà vigilata. L'ultima delle quali nel 2020, con Yoko Ono che probabilmente influenzò la decisione della Commissione inviandole numerose lettere per esprimere il proprio parere negativo. La prossima udienza è fissata per febbraio 2024.

@Redazione Sintony News