Ieri, 11 ottobre, è stata la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, un momento di riflessione per sensibilizzare sul tema delle pari opportunità per le giovani, già a partire dagli anni scolastici. Eppure, resta un "gender gap" di base, come riscontrato dall'ultimo rapporto INVALSI, tra studenti e studentesse. Segno, questo, che probabilmente siamo ancora lontani dal cancellare l'idea che esistano materie "maschili" e materie "femminili".
Se le femminucce, da un lato, ottengono risultati decisamente migliori rispetto ai compagni di sesso maschile in Italiano e in Inglese (quindi nelle materie di stampo umanistico), lo stesso non si può dire per le materie scientifiche, che sono appannaggio dei maschietti, a cominciare dalla matematica. Questa differenza potrebbe in qualche modo disincentivare la scelta da parte delle ragazze di università scientifiche e, conseguentemente, garantire loro meno chance occupazionali.
Il problema di fondo è dato dal fatto che, seppur si facciano preferire negli studi, soprattutto nei primi anni di scuola, le ragazze hanno difficoltà a tradurre questo "vantaggio" iniziale in effettive maggiori opportunità lavorative al termine del percorso scolastico, anche perché i ragazzi dimostrano di essere in grado di recuperare terreno soprattutto durante il ciclo della scuola superiore.
Alle istituzioni dunque il compito di non sottovalutare il problema, garantendo a studenti e studentesse l'accesso indiscriminato. D'altronde, nell'era della tecnologia, fa storcere il naso che ancora si parli di differenza di genere. Bisogna garantire a tutti pari opportunità e bisogna farlo al più presto.
@Redazione Sintony News