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17 Settembre 2022

Unione Nazionale Consumatori: ecco le città dove cibo, luce e gas sono più cari

Unione Nazionale Consumatori su inflazione: le città più rincarate per luce e gas, bene Cagliari e Sassari

L'Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda 2 voci del paniere, cibo e bevandeluce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di agosto.

Per Energia elettrica, gas e altri combustibili, voce che include gas, luce (mercato tutelato e libero), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, se in Italia il rincaro ad agosto è stato del 76,4%, con una stangata a famiglia pari in media a 1030 euro su base annua, in alcune città si è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno.

A vincere questa non piacevole classifica dei cittadini più bastonati (tabella n. 1) è Bolzano, dove le spese per luce e gas volano del 117,5% su agosto 2021, medaglia d'argento a Trento, +116,7%. Sul gradino più basso del podio Perugia(+86,8%). 

Seguono Teramo (+86,6%), Terni (+85,7%), al sesto posto Lucca (+84,5%), poi Grosseto(+84%). Chiudono la top ten Pistoia, Livorno ePescara, tutte con +83,9%.

Le città meno tartassate sono nella Liguria, conGenova al primo posto con +63,4%, La Spezia e Imperia in seconda posizione con +64,5%. Segue la Sardegna con Sassari (4°, +64,7%) e Cagliari(5°, +66,4%). Bene anche Reggio Calabria (7° con +67,4%), e la Campania con Napoli (9° nella top ten dei virtuosi con +68,1%), Benevento (6°, +67,2%) e Caserta (8°, +67,5%).

Per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, saliti in Italia del 10,5%, equivalenti ad una mazzata pari in media a 592 euro in più su base annua, in molte città è andata ben peggio.

A guidare la classifica (Tabella n. 2) della città peggiori è sempre Cosenza, che aveva già vinto a luglio, dove cibo e bevande segnano un rialzo del 13,9% rispetto ad agosto 2021, +898 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Ascoli Piceno, con un incremento dei prezzi del 13,4% e un aggravio annuo pari a 729 euro, al terzo Teramodove mangiare e bere costa il +13% in più, pari a 695 euro.

Seguono Imperia (+12,8%, 685 euro), Terni(+12,7%, 762 euro), al sesto posto Arezzo (+12,6%, +708 euro), poi Macerata (+12,4%, 675 euro), Avellino (+12,2%, +782 euro). Chiudono la top ten VeronaPotenza e Catania, tutte e 3 con un'inflazione del 12,1% e una spesa aggiuntiva a famiglia pari, rispettivamente, a 654, 706 e 701 euro.

Sull'altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Parma, dove i prezzi crescono "solo" del 7,6%, pari a 406 euro. Medaglia d'argento per Cremona (+7,8%, +446 euro) e sul gradino più basso del podio Bergamo (+8%, +458 euro). Al 4° posto Milano, +8,4% e un aggravio a famiglia pari a 457 euro.